Terrazza Tartini.
Due ragazze, un appartamento, tanti amici.
giovedì 5 giugno 2014
Arrivederci amore ciao
Sono passati ormai due mesi e Terrazza Tartini è rimasta muta per tutto questo tempo. Che dire, stavamo solo cercando le parole per salutarvi.
È finita l'avventura. Terrazza Tartini - quella vera - ospiterà nuovi inquilini e nuove avventure: magari delle studentesse o una famiglia o tanti amici oppure una persona sola, chissà.
Ci piace immaginare che le nostre storie rimangano in un cassetto. Come quando vai in albergo e trovi il Vangelo o la Bibbia.
Il prossimo inquilino troverà i racconti di due amiche tanto diverse, ma così uguali da avere una vita opposta e parallela, troverà le storie di tutti gli amici e le amiche passati dalla Terrazza per caso o perché invitati come ospiti, coinquilini, cuochi improvvisati. Il rumore delle feste, i compleanni, le litigate, le prime cene, le dichiarazioni d'amore, i pranzi in famiglia in una giravolta di echi e di suoni.
Nel frattempo le due amiche sono cresciute, si sono sposate. Qualcuno si è fidanzato e qualcuno no. Qualcuna diventerà mamma presto, qualche amica lo è già diventata. Qualcuno diventa grande e qualcuno non lo vorrebbe.
Ringraziamo tutti coloro che ci hanno scritto o letto almeno una volta, noi vi salutiamo, ma tranquilli, non vi abbandoniamo.
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domenica 30 marzo 2014
Honeymood from Thailandia
Sono nata di martedì quando il Buddha è reclinato, dicono che rappresenti il momento in cui ha trovato il Nirvana, quella pace completa che gli permetterà di non reincarnarsi più.
Sicuramente non ho trovato il nirvana ma un piccolo angolo di Paradiso, quello sì.
Tre settimane di viaggio di nozze tra la Thailandia e l'Australia. Sono passati talmente tanti giorni che il ricordo di Bangkok è lontano e sfocato: mi appaiono le immagini di strade piene di bancarelle, cosa per niente strana in Thailandia.
Tre settimane lunghe da raccontare, anche troppo per il lettore medio e quindi chiedo aiuto alla mia passione per gli elenchi e vi descrivo in 10 punti cosa è successo.
1. A Bangkok c'è un odore strano per le strade: un misto di spazzatura, cibo, smog e caldo, perché anche il caldo certe volte ha odore.
Ci sono bancarelle e mercati di ogni tipo, di giorno e di notte dove l'arte del contrattare la fa da padrone.
2. Abbiamo girato più templi qui che Chiese in Italia. Ogni giorno della settimana corrisponde a una posizione del buddah e a un colore (il mio è il rosa). Quando si entra nei templi si tolgono le scarpe e chi ci crede prega tre volte: una per buddah, una per la dottrina e una per la comunità. Si portano doni e offerte ai monaci per espiare le proprie colpe: si dona cibo, soldi, fiori di loto, incenso e candele.
E ogni ragazzo deve fare il monaco una volta nella vita.
3. I thailandesi mangiano poco e spesso, non distinguono la colazione con la cena e mangiano sempre le stesse cose. Ogni 100 metri c'è una bancarella con il cibo. Frutta e cocco senza fine, pollo e spiedini strani. Tanto pesce nelle località di mare. Ma se andate al mercato troverete il meglio: pesce e funghi secchi, misture strane, vermi, alveari con le larve (1kg circa 1 euro).
Solo alla fine sono riuscita a convincere la mia dolce metà a mangiare per strada ed è addirittura sopravvissuto!
4. Sia a Bangkok che a Patong (a Phuket) vanno di moda i go go bar con spettacoli di ragazze e travestiti, ma ancor meglio il ping pong show. Andate a vedere cos'è.
5. Se volete un massaggio, la Thailandia è il posto giusto. Poco rilassante, ma benefico, con quelle manine risistemerebbero anche un elefante. Non massaggiano, ma utilizzano la pressione delle dita, delle mani e dei gomiti. Da provare!
6. Abbiamo visto scimmie ed elefanti (che mi hanno accerchiata per ottenere una banana), ma anche farfalle e bellissimi fiori.
7. Quando non c'è puzza, c'è un buonissimo profumo di zenzero, the, lemon grass. In tutti i bagni, anche quelli più sperduti, lavarsi le mani è una goduria per il profumo che lascia il sapone.
8. Gli alberghi che ci hanno "ospitati" in queste tre settimane sono stati favolosi, stanze più grandi di un monolocale standard. Colazioni da re, colazioni in camera, acqua e biscotti gratis per coccolarci un po'. Macchine che ci hanno preso e portato nei vari aeroporti. Quelle cose da "una volta nella vita poi ritorno la solita barbona del volo ryanair con solo bagaglio a mano".
9. Abbiamo visto posti incantevoli abitati da gente cordiale, che vive tra l'antico e il moderno. I profumi e la puzza. Tra turisti e sporcizia. Tra ultra ricchi e povertà da terzo mondo, tra alberghi super lusso e fogne a cielo aperto. Nei villaggi con i maiali e la parabola. Tutte le volte che negli ultimi giorni ho salutato la ragazza che vendeva frutta, la immaginavo varcare la soglia di casa dopo una giornata di lavoro iniziata alle 6 del mattino e finita alle 11 di sera. Chissà i suoi pensieri quando si toglie il velo dalla testa.
10. Lascio l'ultimo punto per Sydney, la città più lontana dall'Italia ma che in un attimo mi è sembrata come fosse casa. Là si vive tra una spiaggia e l'altra, con il surf e le scarpe da ginnastica per andare a correre. Il Botany club è stato l'albergo migliore di tutti questi giorni passati in giro, con una famiglia fantastica che ci ha addottati.
Ovviamente odio i gabbiani, ma questa è un'altra storia.
21 giorni, 9 aerei, mille volti e mille luoghi che mi porterò dentro il più possibile. Ho cercato di stamparmi tutto nella mente, ma mi farò aiutare dalle foto.
Ora si torna a casa, con una nuova vita e nuove avventure da raccontare.
venerdì 10 gennaio 2014
#honeymood ep. 6
Ieri ci siamo messi a fare la classifica del viaggio.
La carne più buona: Russel.
L'hotel più bello: Rotorua.
Il museo più interessante: Wellington e Rotorua.
L'ostello più schifoso: Coromandel.
La strada più spettacolare: Coromandel e Picton.
La tappa più intensa: Tekapo Lake, almeno per me.
E' un lago di origine vulcanica di colore turchino, è così grazie alle caratteristiche dell'acqua e del fondale, le montagne imbiancate, pini e fiori lilla, gialli e di mille colori attorno alla costa.
Un paesino fatto da due vie principali: quella dei ristoranti e negozi e quella del nostro ostello - per me il più bello in assoluto - fondato nel 1992 da un neo zelandese e una olandese caricata per un passaggio che poi è diventata sua moglie.
Un cottage con i papaveri, il caminetto, il book exchange e tanti tedeschi (troppi, come in tutta l'isola del sud).
Un paesino fatto da due vie principali: quella dei ristoranti e negozi e quella del nostro ostello - per me il più bello in assoluto - fondato nel 1992 da un neo zelandese e una olandese caricata per un passaggio che poi è diventata sua moglie.
Un cottage con i papaveri, il caminetto, il book exchange e tanti tedeschi (troppi, come in tutta l'isola del sud).
A Tekapo, come negli altri posti, non ci siamo fatti mancare niente: terme, massaggi, shopping, gite e anche una litigata fortissima - coppie sposate, anche voi avete litigato in luna di miele, sì vero?
Tra poco dobbiamo ritornare a Milano e io penso: come faremo a cenare senza avere davanti agli occhi un panorama mozzafiato?
Ma c'è ancora qualche giorno di tempo per goderci la vacanza, prendere un po' di sole e mettere su un po' di ciccia.
lunedì 6 gennaio 2014
#honeymood ep. 5
Siamo bruciati!
Dopo giorni di camminate, pioggia -almeno una spruzzata ogni due giorni, musei, villaggi, chilometri di strada macinati nel bel mezzo di paesaggi alla mulino bianco, visite al parlamento -a Wellington, superba, gratis, intelligente, interessante e con una sezione dedicata alle suffragette che hanno portato la Nuova Zelanda a essere la prima nazione che ha dato alle donne il diritto di voto nel 1893, insomma dopo tutto questo siamo arrivati a una cittadina di mare, Kaikoura, dove il sole picchia di brutto.
Per la prima volta abbiamo dedicato la mattina al dolce far niente stando sdraiati in spiaggia. Qui il concetto di spiaggia è abbastanza diverso da quello che abbiamo in Italia: niente ombrelloni, pochissime persone, quasi niente bagno, niente o poco costume la gente viene vestita o svestita come vuole, tanto tanto sole e natura e animali. Questa mattina in lontananza c'erano i delfini che giocavano a fare un po' di acrobazie e domani all'alba andremo a cercare qualche balena...sperando di non trovare quelle assassine!
venerdì 3 gennaio 2014
#honeymood - ep.4
Siamo nel letto riscaldato del Park Travellers Lodge, Tongariro National Park, e i miei capelli puzzano ancora di carne dei "kings of barbecue".
Dopo il lusso dei primi hotel siamo ora al nostro terzo ostello.
La prima esperienza a Coromadel è stata disastrosa e ci ha spinto ad annullare la prenotazione a Rotorua per scegliere il più elegante Distinction Hotel, ma se fossimo andati avanti così non sarebbero bastati due matrimoni per ripagare tutte le spese e quindi ci siamo attenuti alle scelte precedenti, rimanendo piacevolmente sorpresi.
È da due sere che ci cuciniamo da noi e nelle cucine comuni degli ostelli, mentre cerchi di pulire le pentolacce a disposizione e di ritagliarti un posticino ai fornelli, riesci a chiacchierare con un sacco di gente e a spiare le ricette degli altri (Chiara se ci fossi tu!).
Quasi tutti cucinano schifezze, tedeschi, svedesi e scozzesi: pasta buttata in acqua fredda e cotta per una ventina di minuti da mangiare condita con sugo di pomodoro e mais (visto questa sera con i miei occhi); pasta cotta e insalata fresca mescolate assieme; riso in busta e fagioli in scatola messi a bollire in pentola, un gran mix di ricette, di viaggi e di storie di ragazze e ragazzi che quasi sempre sono qui in Nuova Zelanda con un visto di lavoro di un anno.
I "kings of barbecue", i re del barbecue, li abbiamo conosciuti poco fa. Un padre e due figli della classica stazza neo zelandese (enorme) che hanno grigliato carne per 40 persone, asiatici e brasiliani in viaggio accompagnati da questo signore che di lavoro fa il tour operator.
Ovviamente durante tutta la preparazione hanno tracannato birra come se non ci fosse un domani, e ovviamente sono rimasti fuori in maglietta tutto il tempo, anche quando noi siamo rientrati a vedere tutti assieme "Il Signore degli Anelli", è un must qua. Nella sala comune di ogni ostello che si rispetti non può mancare un televisore con DVD che proietti "Il Signore degli Anelli": ieri a Taupo abbiamo visto l'episodio 3, oggi siamo ripartiti dal primo. Aspetteremo la prossima tappa ostello per finire la trilogia!
martedì 31 dicembre 2013
#honeymood ep. 3
Immaginate di camminare per strada sentendo sempre quell'odore di uova marce.
Ecco, state camminando per le strade di Rotorua.
Rotorua è una città che è sorta in un vulcano e che dalla lava del vulcano è stata ferita nel 1886, se ricordo bene il video che abbiamo visto oggi al museo.
Qui l'H2S, acido solfidrico, è mischiato nell'aria, assieme a geyser, piscine termali naturali e pozze di fango bollente che si espande rubando terreno agli hotel. Una meraviglia di posto dove le forze della natura, il fuoco in particolare, ne hanno condizionato la storia e le relazioni tra Maori e occidentali, provenienti dal Regno Unito, che si sono mischiati in una relazione di conoscenza reciproca.
Due cose mi rimangono impresse di questa tappa: la storia del 28^ battaglione Maori, composto da quasi 1300 coraggiosissimi volontari, che ha combattuto diverse battaglie nella seconda guerra mondiale (se volete saperne di più dovete chiedere al nostro storico Ike!) e le scene dei Maori dei nostri tempi che insegnano l'haka a Pas.
Kia ora!
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domenica 29 dicembre 2013
#honeymood ep. 2
Mentre era in Italia e stava facendo l'autostop per andare verso Lione a un certo punto è successo qualcosa che non ho capito bene e insomma lui e la sua compagna hanno dovuto camminare per due settimane perché non c'erano macchine sulle strade. Hanno mangiato pomodori e bevuto vino delizioso.
Abbiamo incontrato Pats fuori dalla residenza per anziani dove alloggia per una settimana. Era seduto su una panchina e quando ci ha visti ci ha salutati con la mano, quasi come se ci stesse aspettando, con il suo quaderno di disegni, lui che per lavoro disegnava mappe.
Siamo a Coromandel e ancora mi domando a cosa stavamo pensando quando abbiamo deciso di stare due notti in questo posto dimenticato da Dio (è domenica e tutte le chiese che abbiamo trovato erano chiuse).
La strada per arrivare qua è incredibile: 50 chilometri di tornanti che costeggiano l'oceano e attraversano una quantità di fiori e alberi assurdi.
L'ostello non è esattamente come ce lo eravamo immaginato e la signora che gestisce tutto e schiavizza delle ragazze giapponesi non è proprio un concentrato di simpatia. Così abbiamo deciso di anticipare la partenza a domani mattina (yeah!), dopo un salto veloce in posta per spedire le chiavi dell'appartamento di Russel che abbiamo dimenticato nelle nostre tasche. Andremo a Rotorua, con in mente le parole di Pats: "An amazing journey, you realise only when you come back home".
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