domenica 12 febbraio 2012

Bruxelles, je t'aime



Ieri ho riscoperto una delle mie più care e vecchie abitudini: l'acquisto impulsivo-compulsivo di biglietti aerei. Nell'arco di 5 minuti ho prenotato due biglietti A/R Milano-Bruxelles. E mi è venuto in mente che pochissimo anche la mia compagna di TT partirà per la stessa destinazione, per fermarsi su 5 mesi.


Cara biondina, 
tra poco te ne andrai a stare cinque mesi nella città più sporca, centrale, viva e multiculturale d'Europa.
Troverai ad accoglierti una città ospitale. Ti sentirai a casa, straniera fra stranieri.
E scoprirai che i programmi saltano e cambiano mille volte in un giorno. Ti incazzerai all'inizio, perchè il piano della settimana è fatto e deve essere quello porca vacca, non scherziamo. Dopo aver lottato con questa legge della realtà per circa una settimana, ti abituerai al bello: a vivere le giornate non aspettandoti nulla, con il cuore spalancato perchè tu esci di casa la mattina e non sai cosa ti succederà durante la giornata. E non ti metterai più a cercare di prevedere tutto, non ne vale la pena, molto meglio aprire gli occhi ed essere pronta a cogliere ogni si che ti verrà data la possibilità di dire.


Ti piacerà molto, oh come piacerà, bionda.
Ti auguro di affumicarti ascoltando la jam session live il lunedì al Bizon e il giovedì al Delirium mentre bevi una delle duemila birre segnate sul menù.
Di rilassarti leggendo un libro sul prato del Cinquantenario o in riva al laghetto di Parque Leopold, dove gli alberi cambiano abito ad ogni stagione e sbatti gli occhi e di colpo sono già tutti in fiore.
Di imbucarti in una delle tante feste di Louise e poi uscire e accorgerti che piove e mannaggia tu non hai l'ombrello perchè l'hai abbandonato dopo che il vento e la pioggia della prima settimana ti hanno rotto tre ombrellini-tre-cinque-euro, e quindi alzi le spalle e ti fai la strada al ritorno a piedi sotto l'acquazzone (dopo i 20 minuti in velocità dell'altra sera sei già allenata).
Di ammirare gli specchi e i riflessi dei glaciali e brulicanti palazzi europei.
Di scegliere il menù direttamente in cucina a le Petit Village, dove il proprietario è più fuori del nostro terrazzo.
Di goderti le delizie della Maison de la Crepês nel quartiere più gay della città.
Di rifarti gli occhi con i camerieri del Café Belga, anche se ora cambiato il personale e non ci sono più i camerieri di una volta.
Di tifare Italia al Fat Boys o al De Valera's, che quest'anno ci sono gli europei e prima o poi bisogna appassionarsi un po' al calcio.
Di ricevere croissant in regalo all'atelier di Vatel e chiacchierare con i pasticceri che come te fanno l'alba.
Di camminare di sera, di mattina, di notte. E scoprire che gli uccelli cantano solo alle 4 del mattino e che d'estate non va mai giù il sole.  
Di imbucarti a un vernissage e conoscere l'artista e improvvisarti anche tu fotografa, pittrice o ballerina.
Di sudare all'Ethnic, sporcarti le mani al Cabraliego, che se non ti lecchi le dita godi solo a metà.
Di scoprire nuovi posti. Di perderti. Di scoprirti e piacerti sempre di più.
Di innamorarti a morte della città e pensare che non potrai viverci lontano.
E di tornare a casa. E scoprire che anche qui è esattamente come nella bella, adorata Bruxelles.
Buon viaggio.

1 commento:

  1. ciao cara, anch'io ho già prenotato un volo a/r Milano-Bruxelles. Come potrei non andare a trovare la mia "piccola" !!!!!!! Grazie per tutte le informazioni che dai, cercherò di vedere tutto in pochi giorni. Speriamo di farcela altrimenti mi toccherà ritornarci !!!!!!!!!!!!!!!

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