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giovedì 5 giugno 2014
Arrivederci amore ciao
Sono passati ormai due mesi e Terrazza Tartini è rimasta muta per tutto questo tempo. Che dire, stavamo solo cercando le parole per salutarvi.
È finita l'avventura. Terrazza Tartini - quella vera - ospiterà nuovi inquilini e nuove avventure: magari delle studentesse o una famiglia o tanti amici oppure una persona sola, chissà.
Ci piace immaginare che le nostre storie rimangano in un cassetto. Come quando vai in albergo e trovi il Vangelo o la Bibbia.
Il prossimo inquilino troverà i racconti di due amiche tanto diverse, ma così uguali da avere una vita opposta e parallela, troverà le storie di tutti gli amici e le amiche passati dalla Terrazza per caso o perché invitati come ospiti, coinquilini, cuochi improvvisati. Il rumore delle feste, i compleanni, le litigate, le prime cene, le dichiarazioni d'amore, i pranzi in famiglia in una giravolta di echi e di suoni.
Nel frattempo le due amiche sono cresciute, si sono sposate. Qualcuno si è fidanzato e qualcuno no. Qualcuna diventerà mamma presto, qualche amica lo è già diventata. Qualcuno diventa grande e qualcuno non lo vorrebbe.
Ringraziamo tutti coloro che ci hanno scritto o letto almeno una volta, noi vi salutiamo, ma tranquilli, non vi abbandoniamo.
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giovedì 28 novembre 2013
Facce da nubilato
Niente velo, niente piselli finti, niente spogliarelli, niente manette, niente foto su facebook. Insomma, avevo messo un po’ di paletti al mio addio al nubilato e le mie amiche hanno dovuto fare i salti mortali e sono riuscite a farmi passare un week end strepitoso: a Roma per vedere il test match di rugby di Italia-Argentina.
Si dice “sposa bagnata, sposa fortunata”, io non sono ancora sposa ma ho preso tanta di quell’acqua venerdì e sabato a Roma che mi basta fino al giorno del matrimonio. Assieme alle chiacchiere sul treno, a tavola e in camera, assieme alle grida goliardiche allo stadio e in discoteca, il rumore che rimarrà impresso nella mente e il ciac ciac degli stivali inzuppati di pioggia che hanno costretto la metà di noi a comprare altre scarpe, calze e leggins che quelli che avevamo addosso non facevano in tempo ad asciugarsi.
Abbiamo sovvertito le regole, perché in realtà avevo proposto io di andare a vedere la partita, e perché ci siamo fatte crescere i baffi in pieno stile movember #faccedarugby, birra-e-rutto-libero e terzo tempo tamarro sotto al palco di radio 105 a menare le mani per avere le magliette, mentre i nostri fidanzati si ornavano di pitoni e paiettes per andare a cantare (bè dai prima hanno fatto anche la guerra).
Qualcosa di femminile ce lo siamo concesse: una pennellata di azzurro e tricolore sulle unghie e il diritto a sentire qualche bruciorino di stomaco dopo un abbacchio senza fine. Ma abbiamo avuto conferma delle grandi leggi della vita e quindi:
- valen mas dos tetas que dos carretas e ci credo che dopo aver parlato e visto la Vale-e-le-sue-10-amiche il mitico Andrea del Cabala ci abbia fatto entrare al volo
- che dopo un certo punto della serata in poi le grezzone un po’ brille e casinare battono 10 a 1 le fighe di legno che ancora non si lasciano andare
- che a un mese del matrimonio, a vedere la fauna maschile che popola i locali ti dici che “hai proprio scelto il numero 1”
- che c’è sempre un’amica della sposa che va in meta…
E insomma quasi ci siamo, è il momento di ringraziare chi mi è stato vicino, in treno, in camera e nella vita, sistemare gli ultimi dettagli e il fatidico tableau e pensare che tra meno di un mese ci si sposa. Wow.

giovedì 17 ottobre 2013
La paura fa 90?
C'è chi oggi compie 31 anni, chi fa il consenso, chi aspetta un bimbo e si immagina di che colore avrà gli occhi e chi è ancora persa a capire di che umore si è svegliata oggi, dura ma forte, dura ma tenera.
È uno di quei giorni in cui ti svegli e ti prende una sorta di paura che non ti molla per tutta la giornata. Ti entra in testa e non ti passa più. L'adrenalina di qualche mese fa si è trasformata in un angoscia sottile che ti fa sognare le cose più impensabili.
Ma c'è chi ne ha ancora 30 di anni e ne vorrebbe 25 perché la responsabilità le dà il senso della vecchiaia. Vorrebbe essere una bambina che con gli occhi innocenti guarda il mondo e non vuole troppe complicazioni, per lei la vita è giocare e divertirsi. E invece stai crescendo e arriva quella paura che non ti fa dormire la notte.
Ma la paura non sempre fa 90 e ogni tanto invece che paralizzarci ci serve per farci muovere e delle volte aiuta persino a farci crescere.
E poi ci sono le amiche che la paura te la fanno passare con due chiacchiere al caffè, un pranzo in zupperia, alla prova trucco o con una birra sulle scale di una città lontana. E quindi ben venga la paura, ben vengano i 30, i 31 e le giornate storte. Perché poi c'è qualcuno che te la fa passare. E chi l'ha detto che alla nostra età si debba per forza essere serie? Nel 2010 c'erano le Facce da Sicilia, nel 2014 chissà cosa ci aspetta.
È uno di quei giorni in cui ti svegli e ti prende una sorta di paura che non ti molla per tutta la giornata. Ti entra in testa e non ti passa più. L'adrenalina di qualche mese fa si è trasformata in un angoscia sottile che ti fa sognare le cose più impensabili.
Ma c'è chi ne ha ancora 30 di anni e ne vorrebbe 25 perché la responsabilità le dà il senso della vecchiaia. Vorrebbe essere una bambina che con gli occhi innocenti guarda il mondo e non vuole troppe complicazioni, per lei la vita è giocare e divertirsi. E invece stai crescendo e arriva quella paura che non ti fa dormire la notte.
Ma la paura non sempre fa 90 e ogni tanto invece che paralizzarci ci serve per farci muovere e delle volte aiuta persino a farci crescere.
E poi ci sono le amiche che la paura te la fanno passare con due chiacchiere al caffè, un pranzo in zupperia, alla prova trucco o con una birra sulle scale di una città lontana. E quindi ben venga la paura, ben vengano i 30, i 31 e le giornate storte. Perché poi c'è qualcuno che te la fa passare. E chi l'ha detto che alla nostra età si debba per forza essere serie? Nel 2010 c'erano le Facce da Sicilia, nel 2014 chissà cosa ci aspetta.
Questo post è scritto con un giorno di ritardo e tanti auguri ai festeggiati!
giovedì 18 luglio 2013
Tu chi sei?
C'è una canzone che è stata scritta da un mio amico e che inizia parlando degli "occhi di un frate dallo sguardo pulito".
La canzone in realtà è stata scritta a più mani perché questo mio amico è andato in giro per circa un mese a chiedere alle persone di raccontargli la cosa più bella che avessero mai visto.
Quando è arrivato da me, gli ho risposto che la cosa più bella che avessi mai visto erano gli occhi di Fra Michele della Cascinazza.
Conosco Fra Michele da 17 anni e in tutto questo tempo ci siamo visti credo sei volte. Nonostante questo, anzi forse proprio per questo, lo considero uno dei miei più cari amici, oltre che la persona più eccezionale che io conosca.
Fra Michele si ricorda di tutto. È come se avesse registrato nella mente tutte le persone che incontra e tutto quello che gli dicono. Ricorda ogni dettaglio, domanda e risposta del nostro primo incontro e dei seguenti e ogni volta è lui che mi richiama tutto alla memoria, parola per parola.
Mi commuovo e piango sempre come una bambina quando sono da fra Michele perché è come se uno sguardo penetrasse fino in fondo, fino a colpire il cuore e tutti i suoi canali più reconditi.
Mi spiazza la libertà con cui ti parla del senso del tutto e della sua esperienza religiosa che vive fino in fondo, proponendotela con una facilità disarmante.
Se vi capita di passare dalle parti di Gudo Gambaredo, la domenica mattina alle 11, fermatevi alla messa dei frati della Cascinazza, che fanno pure una birra eccellente al pari di quelle dei monasteri belgi, e se incontrate Fra Michele guardatelo negli occhi e portategli i miei saluti.
giovedì 28 marzo 2013
Tortilla
"Come siamo fortunate", Barbara presa da un attimo di gioia davanti a una tortilla, tonda e perfetta, cucinata da un amico e condivisa alla cena di compleanno di un sabato sera.
Non mangia dolci ma si scofana di salato, quello sì.
Basterebbe questo per descriverla, non serve molto altro. Lei è l'entusiasmo fatto a persona. Alle volte è anche esagerata, ma non diteglielo altrimenti si demoralizza, io la guardo con un sorriso e lascio correre.
Si riempie di gioia se entra in casa degli altri e vede che ci sono piante e fiori ed è talmente rapita che appena ha un minuto, va dal fiorista.
Si entusiasma se le racconto che ho avuto una nuova idea sul futuro: aprire un ostello, organizzare eventi, scrivere un libro. Un tempo amava fare le feste a tema e organizzare vacanze improbabili con magliette stampate ad hoc. Ora un po' meno.
Ha sempre mille idee in testa, non sta mai ferma e tutte le volte che mi dice "ti devo fare una proposta" mi vengono i brividi. Spesso si tratta di cose irrealizzabili e ogni volta mi tocca riportarla con i piedi per terra.
Il suo entusiasmo ogni tanto si spegne e tutto diventa opaco e distante, un'aurea negativa gira intorno alla testa, meglio starle lontano quando gira male. Niente ha più senso e ne risente anche Terrazza Tartini.
La invidio quando parla del suo matrimonio e dice cose che non capisco con gli occhi illuminati.
Crede a tutto a quello che le dicono, e ci casca sempre se la prendi in giro.
Barbara mi trascina nelle cose più impensabili, siamo tanto diverse quanto simili. Ci piace viaggiare e nei nostri sogni c'è ancora un carroponte vicino a via Imbonati, un giorno sarà nostro e ci faremo una mostra di fotografie.
lunedì 24 dicembre 2012
Dormo da un'amica
È arrivato il Natale e sono in ferie. Il mio look è tornato ad essere jeans e felpa e non riesco a toglierlo.
È il mio terzo giorno di vacanza e non mi sono fermata un attimo, proprio come piace a me. In più sono single e non ho orari, cene, incastri da fare.
Mi sento una bambina nella città dei balocchi e ieri dopo una giornata di shopping natalizio e chiacchiere con una vecchia amica, dormo fuori.
Come i vecchi tempi: "mamma, stasera dormo da Giulia".
Sarà passato un secolo dall'ultima volta che ho preparato la borsa per dormire da un'amica: spazzolino, pigiama e chiacchiere fino a notte fonda.
Forse la prima volta che ho dormito a casa di un' amica avevo 13 anni, erano le scuole medie e andavo matta per i take that. Si passava gran parte della serata a guardare videocassette dei fab five e si fantasticava una vita insieme a loro. Oggi di anni ne ho 29, lavoro e la musica pop non mi piace più.
Andare a dormire a casa di un'amica era una festa: si stava a parlare fino a tardi, si guardava la tv, si parlava di ragazzi, di sesso, chi ti piace, chi no, "ieri mi ha guardato 10 secondi in più, secondo te cosa vuol dire?!"
E un po' succede anche adesso, non si parla più del ragazzo che ti piace, ma di quello con cui convivi o con cui stai da tempo, niente pettegolezzi sulle compagne di classe o su quanto è stronza la prof, ma racconti del lavoro, dei tuoi progetti. dei tuoi sogni, di quello che vorresti fare da qui a un anno. Racconti della tua irrequietezza, delle idee che non concretizzi mai. Della casa che vorresti e dei viaggi che programmi. Gli amici si sposano e hanno figli, ma tu per quella sera ti senti una ragazzina.
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