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lunedì 30 settembre 2013

Meno tre



Mancano meno di tre mesi al matrimonio. Ok, odio i count down e quando su facebook iniziano a postare status del tipo: -365, -10, -580 (!?!?!?) mi viene l’angoscia, però mi serviva un modo per iniziare questo post e in un certo senso fare il bilancio-aggiornamento-updating (…dopo l’evento del prossimo giovedì sarò sicuramente meno stressata e meno lavoro-centrica) di quanto vissuto fino ad ora in tema di sposalizio. Ho vissuto le ultime settimane in un perenne stato pre-mestruale, con sommo terrore di familiari, amici e fidanzato.
Le due manifestazioni ed esternazioni più ricorrenti sono state:

1. esclamazioni del genere “chi ha detto che organizzare un matrimonio è una cosa bella ha detto una grande ca****!” oppure “mi sono proprio rotta il c****!!” oppure ancora “ma che c***, questa è la cosa più stressante che *çLDDP!!” insomma ci siamo capiti;
2. pianti a dirotto a casa davanti alla TV, a pranzo con i colleghi di ufficio, in giro da sola, mi commuovo davanti a un’amica che mi parla di suo marito impaziente di sentire i primi movimenti del prossimo figlio, piango guardando una ragazzina che canta a X-factor… ogni occasione è buona per aprire i rubinetti.

In tutto questo turbinio di sbalzi ormonali ed emozionali ieri mi sono accorta, ricordata, di una cosa. Che sto vivendo questa avventura al fianco di un uomo unico e incredibile che è testardo quanto e anche più di me e che ha un’intelligenza viva e un cuore grande quanto il mondo. Siamo diversi, entrambi agguerriti e su alcune cose sempre sotto a discutere, ma sono sicura che accanto a lui non vivrò mai una vita scontata e non mi farà mai perdere di vista l’orizzonte ultimo e buono verso cui camminiamo e a volte zoppichiamo assieme. 

E adesso sotto con i preparativi e gli ultimi dettagli!

giovedì 22 agosto 2013

Incredible ļndia


Anche quest'anno le vacanze sono terminate e il mio cuore è rimasto nel paese che mi ha ospitato: l'incredibile India.

Come si atterra ci si immerge in un mondo diverso e assolutamente non paragonabile a nessun altro; il frastuono dei clacson, il caos del traffico formato da auto, moto, biciclette, camion dalla carrozziera dipinta a mano, tuc tuc, greggi di pecore e mucche sacre che girovagano indisturbate, ti inghiotte e ti stordisce.

Ti guardi intorno e vedi miriadi di etnie diverse che si distinguono dall'abbigliamento, dagli ornamenti e dai segni colorati che ne caratterizzano l'aspetto.

Cammini per la strada e ti imbatti ad ogni passo con l'atroce povertà che Madre Teresa fece conoscere al mondo intero, che permane in tutto il suo orrore e che ti tocca nel più profondo del cuore. Situazioni di vita che hanno dell'incredibile: famiglie intere che abitano ai bordi della strada, immerse nella terra quando c'è siccità e nella melma quando il tanto atteso monsone allaga paesi e strade a tal punto da farle diventare dei fiumi.

Rumore e povertà, ma in India vieni travolto anche dalla forza della religione: l'eterna lotta tra il Bene - incarnato dagli dei antropomorfi - e il Male, impersonato dai demoni. 
Nonostante la vita moderna, gli induisti vivono nella morsa del sistema delle caste e dei matrimoni combinati, dove la dote richiesta spesso porta le famiglie a indebitarsi.

Nell'incredibile India le tradizioni secolari non sono state cancellate: così il manager sikh non rinuncerà mai al turbante e alla tradizionale acconciatura di barba e capelli prescritta dalla religione, né la donna politica al suo sari e alla tika rossa in mezzo alla fronte, il docente al segno distintivo della casta o della setta religiosa a cui appartiene. Il medico parsi non smetterà di celebrare le esequie del padre consegnandone il corpo agli avvoltoi nelle Torri del Silenzio.

Meglio non farsi domande, ma guardare la realtà accettando i suoi contrasti con la mente e lo spirito liberi da ogni pregiudizio. Solo allora si potrà amare ed apprezzare questo incredibile paese.

Ernestina

lunedì 12 agosto 2013

A postcard from Cornwall


In Cornovaglia vedi il mare e la montagna che si incontrano. Mangi i cornish pastry senza R e bevi la birra del birrificio Saint Austell e fai surf se il mare te lo permette.

In Cornovaglia tutto è Cornish anche l'acqua, il gelato e il sidro. I negozi, gli hamburger e il pesce.

In Cornovaglia c'è saint Michael, il gemello di Mont Saint Michel, un isolotto in mezzo al mare che si raggiunge camminando sull'acqua.

A Newquay credono di essere in California ma i ragazzi sono meno abbronzati e muscolosi, le onde sono più piccole e si va in spiaggia alla sera perché c'è l'alta marea.

A Lizard c'è una vista mozzafiato, nel punto più a sud, e vicino a St Agnes c'è la lunga spiaggia di Chapel beach: kilometri di sabbia circondati da colline verdeggianti.

A Saint Ives c'è un ristorante in cui puoi mangiare pesce alla griglia senza salsine, Mevagissey sembra sia abitata dai pirati, mentre a Truro c'è una grande cattedrale e un canale mezzo asciutto.

A Porthcurno c'è la sede del telegrafo più antica del mondo, ma non la connessione a internet.

A Camelot, dove è nato re Artù, respiri l'aria frizzante della montagna e la vista si perde nell'oceano infinito. E in quel momento potresti credere anche a Dio.

In Cornovaglia puoi cenare davanti all'oceano e se hai freddo ti danno le coperte, mangi il miglior fish and chips e le ragazze hanno i capelli colorati di fuxia, di verde e di azzurro; portano gonne alte in vita e magliette sopra l'ombelico.

In Cornovaglia quando c'è il sole è tutto più bello, con il brutto tempo è solo Inghilterra.

In Cornovaglia ho lasciato il mio amore, ma sono sicura che tornerà.

mercoledì 24 luglio 2013

Tempo di qualità



Esci dal lavoro torni a casa, cucini, mangi, guardi la tv, dormi. Esci dal lavoro, vai in palestra, torni a casa, cucini, mangi, guardi la tv e dormi. Esci da lavoro, vai a inglese, torni a casa, mangi, guardi la tv...
Si dorme insieme, ci si sveglia insieme, si sta sul divano.
Ma a un certo punto nella tua testa entra una parola, anzi tre, che diventano come un tarlo.


Tempo di qualità.

Il concetto di “tempo di qualità” è un bellissimo concetto. È molto semplice: non è importante la quantità di tempo che si passa assieme, è importante che il tempo, in quanto dono, non sia sprecato.
Purtroppo l’unico modo in cui sono riuscita a introdurre l’argomento con il mio fidanzato è stata una mezza scenata isterica (efficace eh?) e lo stesso è stato per la mia amica con il suo fidanzato. Quando a una cena abbiamo trovato un terzo caso simile al nostro, siamo arrivate alla conclusione che, in genere, esistono molti modi di concepire il tempo di qualità.

Il tempo di qualità per lei (coccole a parte):
uscire a cena, parlare del futuro, parlare di progetti comuni, parlare dell’idea di ristrutturare il carroponte abbandonato dietro casa e creare un carroponte derganese, confrontarsi sulle letture del libretto del matrimonio, organizzare qualche viaggio, parlare del senso della vita.

Il tempo di qualità per lui (sesso a parte):
giocare a Real Race o Top Eleven per diventare il capo del mondo dei videogiochi, guardare la Tv e appassionarsi ad ogni nuova serie di DMAX, in mancanza di sky, guardare la tv al canale 10, addormentarsi sul divano o nel letto o su qualsiasi superficie morbida di casa, farsi una doccia lunga un'ora proprio dopo cena.


Alla fine arriva la mezzanotte, tu crolli dal sonno e ti rendi sempre più conto che il tempo di qualità ti sta sfuggendo dalle mani e allora decidi che per recuperarlo ti toccherà prendere il primo aereo low cost per una capitale europea e organizzare una vacanza con il tuo compagno di avventure. Almeno lì non ci sarà la tv e se anche c'è sai che non capirà nulla della lingua del paese che hai scelto.

mercoledì 15 maggio 2013

#ortosulterrazzo


Non ci credeva proprio nessuno. Il mio pollice nero era noto a tutti.
Ho fatto morire annegate piante grasse, disintegrato vasetti di basilico e salvia nel giro di una settimana, ho bruciato margherite al sole (inesistente) di Bruxelles…

Così, quando ho annunciato che avrei coltivato un orto sul terrazzo, tutti mi hanno guardata con un misto di scherno e pietà. L’unica dimostrazione di fiducia è arrivata da Pas, che mi ha regalato semi e attrezzatura, e da suo papà, che mi ha prestato la sua Bibbia “L’orto senza segreti”, prezioso cimelio che lo aiuta nel far fruttare il suo piccolo appezzamento che porta sempre tanta buona verdura e dei fichi fenomenali.

Sapevo che ce l’avrei fatta. La Stella di Natale era ancora viva e vegeta dopo oltre 5 mesi; il rosmarino era sopravvissuto al primo mese di convivenza e stavo seguendo tutti i consigli di Egidio: seminare a fine marzo, lasciare almeno 15 cm di distanza tra una pianta di zucchine e l’altra, coprire la terra con un sacchetto di plastica finché fa freddo, quando arriva il caldo trapiantare le piantine di fragole e coprire la terra con un telo di plastica per non far sporcare i frutti e per ridurre un po’ il numero di moscerini.
Devo ancora superare l’imbarazzo di parlare liberamente alle mie piante, come fa Pimpi, che se solo vedeste la meraviglia di orchidee che sono a casa sua e l’amore con cui le cura lo ingaggereste subito come giardiniere, o come ingegnere aerospaziale che poi è il suo vero mestiere.

Ho impiegato tutto il mio impegno e il mio amore e poi il primo giorno di primavera ho visto spuntare due filini verdi: gli spinaci novelli! E due settimane dopo sono spuntate anche le zucchine e oggi le prime fragole stanno prendendo colore.

Provare per credere: adesso, siete tutti invitati a Terrazza Tartini ad assaggiare le monoporzioni di frutta e verdura del mio orto sul terrazzo.

lunedì 13 maggio 2013

Me, my wedding planner and I



Dopo la più emozionante dichiarazione di ammmore e proposta di matrimonio
arrivata giusto il giorno del mio 30° compleanno, mi sono trasformata, con ben 14 mesi di anticipo, nella più preparata, organizzata e rompiballe wedding planner del mio medesimo matrimonio.
Poiché ora sono in un periodo di stallo dei preparativi e il mio fidanzato mi ha impedito per il momento di pensare alle letture della messa, mi consolo dando qualche dritta a chi sta iniziando a preparare il proprio matrimonio.
I consigli che seguono appartengono alla serie: predichi bene e razzoli male. Tutte le volte che predicherò la pazienza o dirò qualcosa del tipo “rilassatevi, godetevela e prendetela con filosofia” sappiate che ho provato direttamente su di me che incazzarsi come una iena ha portato e porta a un unico risultato: incazzarsi ancora di più come una iena in fase pre-ciclo.


Consiglio n. 1: Fate quello che volete
È il mantra che viene ripetuto più spesso ed è maledettamente vero. Il matrimonio è un momento bellissimo degli sposi perciò fregatevene di tutto e fate quello che volete.
Volete mettere l’abito corto e senza calze a dicembre, fare una grigliata sul prato al posto del pranzo, mettere le scarpe leopardate, non fare le partecipazioni, arrivare in chiesa in bicicletta: fatelo! È il vostro matrimonio, in più non ci sarà mica Enzo Miccio a bacchettarvi con i suoi consigli di stile e i parenti che si lamenteranno del fatto “Eh ma non ci hanno nemmeno servito ai tavoli” si sarebbero comunque e sempre lamentati di qualcosa perciò rilassatevi…e fate quello che volete. E se qualcuno vi domanderà: ma perché? Fate un largo sorriso e rispondete: perché preferisco così.
Io mi sono fatta venire delle belle idee spulciando il blog di spose non convenzionali e il fantastico mondo di wedding wonderland: sono una fonte incredibile di ispirazione e idee originali!

Consiglio n. 2: Non cercate di risolvere tutto e subito
Corollario al consiglio numero 1. Il parere dello sposo ha lo stesso valore del vostro. Lo so è dura da ammettere, ma purtroppo è così. Mentre esploderete con tutte le idee che vi verranno in mente, non sempre si riuscirà a trovare l’accordo e quindi che fare? Niente, mettete da parte la questione, dormiteci su qualche giorno e poi a un certo punto la soluzione verrà fuori da sé.

Consiglio n. 3: Non fate proprio tutto quello che volete
Nel senso: se nelle vostre scelte riuscite ad accogliere almeno in parte i desiderata dei genitori che se non invitate proprio quel collega della zia che non conoscete neppure loro non potranno mai più mettere piede in paese. Usate un po’ di lateral thinking per far quadrare le cose: non avete/volete allargare il numero degli invitati al ristorante? Invitateli solo in chiesa e poi offrite cioccolata calda o biscotti per tutti.
E se proprio non ve ne frega niente, tornate al consiglio n.1.


Consiglio n. 4: Mentire spudoratamente
Vi sposate e avete già deciso la data: dovete dirlo a tutti. L’annuncio del matrimonio a persone con cui avete più o meno confidenza di solito scatena: A) una serie di commenti idioti sulla data, se ne avete scelta una un po’ strana –ti sposi a dicembre? Ma perché, con tutto quel freddo??? Ci dovremo anche comprare il cappotto! Eh, ti sposi ad agosto? Ma perché, con tutto quel caldo come si fa? Mi devo comprare dei trucchi waterproof! E B) una serie di domande idiot- ops indiscrete su dove andrete a vivere, perché non comprate la casa eh ma stare in affitto si buttano via i soldi, guarda che alla cugina di mia mamma le hanno fatto il mutuo al 100% anche se non aveva anticipo eccetera, eccetera.
Per evitare tutto lo sbattimento di dover spiegare e spiegare come un disco in loop, mentite spudoratamente e con un sorriso potete dire che andrete a vivere in un attico in Brera ereditato dallo zio scapolo che ha deciso di donarvelo in anticipo solo se vi foste sposate il 15 di agosto.

Consiglio n. 5: Attenzione ai dettagli
Ok, la decorazione dei tavoli, il guest book, il photo corner, il tableau, il bouquet sono tutte cose importanti, ma a un certo punto ho avuto paura di venire risucchiata dall’incombere minaccioso dei dettagli tecnici e organizzativi che rischiavano di affogarmi e farmi dimenticare il vero significato del matrimonio.
A me e Pas è venuto in soccorso, giusto giusto a fagiuolo, il fatidico corso fidanzati da fare in parrocchia. Tutte le coppie di amici che l’hanno fatto ne hanno parlato bene: per noi, per me, è stato strepitoso. Un modo per fermarci un attimo e riflettere e capire il passo che andremo a fare, per dare un senso al lunedì e alla settimana, per fare qualcosa, forse l’unica cosa fatta davvero assieme con il mio fidanzato, per non perderci troppo dietro al colore degli addobbi –per lo meno io, su di lui non c’era pericolo.

Consiglio n. 6: Godetevela
Devo dire che io sono un partita un po’ in anticipo con l’organizzazione: un anno e un paio di mesi prima, con il ristorante già bloccato a novembre e l’abito già scelto a gennaio, entrambi al primo colpo. Su alcune cose il rischio è quello di cambiare idea, se non avete scelto davvero quello che vi convinceva di più; in compenso, e questa è la cosa migliore, riuscirete a godervi tutto il bello del divertimento senza nessuno (ok molto poco) stress. Non dover correre e vedere mille ristoranti e mille abiti in un mese (a parte che sarebbe inutile) ti fa apprezzare, con calma, il bello del passo si andrà a compiere con vostro marito –che tra l’altro in questo momento sta andando con i testimoni a scegliere il suo abito. E speriamo che lo scelga grigio melange.

sabato 11 maggio 2013

La più grande invenzione dopo la ruota. Le due ruote.


Quando vi siete sentiti ‘grandi’ per la prima volta? Nella ridente pianura padana, come nella città da cui provengo io, è il giorno in cui vi levano le ruotine alla bicicletta e diventa un mezzo vero e proprio che permette di andare e venire, incontrare amici, muoversi come e quando si vuole, senza dover chiedere a nessuno, è il primo traguardo di autonomia, alla bici non serve nient’altro che la voglia di pedalare.
Così quando sono arrivata a Milano ho scoperto che effettivamente anche coi mezzi pubblici ero indipendente da passaggi e problemi di parcheggio, ma mi mancava la bicicletta, c’era qualcosa di diverso... e guardate che io non sono una ciclista professionista/fanatica, sono sì cresciuta coi Pantani Day e il mito del Giro d’Italia, ma non ho avuto mai una mountain bike o il cambio Shimano… sono però un’autentica ciclista urbana, sostenitrice della bicicletta come mezzo che rende liberi da orari e dal traffico,  che ti fa trovare quei momenti in cui pedalando ti distacchi dalla metropoli e te ne stai un po’ coi tuoi pensieri… anzi, non vi è mai capitato di sentire la città tutta vostra, cuore a cuore, passando sulle vostre due ruote davanti ad un imponente monumento in piena notte? 
Ok, di giorno è più dura, ci sono le rotaie dei tram, le preferenziali, i sensi unici e i semafori da rispettare (in provincia no :P), magari non riesco ad usarla sempre come prima, magari prendo a volte il BikeMi perché la bici è più robusta e mi fa sentire più sicura, ma il gioco vale la candela, pedalare e via, ritrovare una felicità da bambini.
Così domani sarò anche io ai nastri di partenza in piazza del Cannone a Milano per il Cyclopride, la prima edizione di una giornata dedicata a chi è un orgoglioso utilizzatore della bici in città – e vi invito ad esserci, l’iniziativa è anche a Napoli.
Per l’occasione è stato realizzato un ‘film’ collettivo a cui possono partecipare tutti: scaricando l'app D-still, entrate nella storia "A ruota libera", e raccontate il piacere della bici e poi upload. In pochi minuti i video faranno parte del video appello per convincere gli automobilisti di cosa si stanno perdendo.
Buona Bici a tutti!
Gaudance

venerdì 15 marzo 2013

Ridimensiona il livello


Piccolo manuale di sopravvivenza per donne che lavorano, mandano avanti una casa e hanno un ragazzo/fidanzato/quasi marito che non vive con loro.
Se anche tu sei passata dalla fase sex&the city alla fase ho-trovato-l’uomo-della-mia-vita ti sarai accorta di una cosa: la tua virtù di moltiplicare per "n" le ore della giornata e riuscire a fare sempre e comunque tutto non è più efficace come una volta. In altre parole, a volte ti manca il tempo di andare al lavoro, mantenere un livello di vita sociale che ti permetta di giustificare a ragione le tue competenze su Linkedin di PR, digital strategy e creative problem solver, uscire con le tue amiche (mai dimenticarsi di loro!), passare del tempo di qualità con il tuo uomo e, purtroppo c’è anche questa, tenere l’appartamento dove vivi a livelli accettabili perché la suocera non ti consideri una buona a nulla (già che preferisci spendere i soldi in viaggi piuttosto che comprarti un folletto).
Se ti ritrovi in questo identikit, cara amica, ecco tre consigli top per limitare al minimo le pippe mentali e goderti tutti i vantaggi della tua nuova situazione.
1. Chiedi aiuto. È il consiglio più importante e anche quello più difficile da mettere in pratica. Vuoi che il tuo fidanzato ti aiuti a fare il letto, buttare la pattumiera, lavare i piatti o pulire casa? Chiediglielo. Non dare per scontato che lui si accorga che tu hai bisogno (con relativa incazzatura post se si accorge di nulla), semplicemente chiedigli di aiutarti a fare quella specifica cosa. Più facile di così?
Corollario al consiglio n.1. Non essere troppo esigente. Gli hai chiesto di cambiare le lenzuola e rifare il letto e lui l’ha fatto. E ha messo l’apertura del copri-piumone di lato anziché in fondo al letto.
Ringrazialo. Pensa che il concetto di elementare-Watson è davvero molto relativo. Se, e solo se, riesci a farlo con simpatia e dolcezza, fargli capire che è cosa buona e giusta che l’apertura del copri-piumone stia in fondo al letto, magari infilata sotto il materasso. Se invece non riesci a non assumere un tono da maestrina, stai zitta e non dire niente e apprezza quello che è stato fatto. Anche perché se inizi a lamentarti la sua risposta, almeno mentale sarà, “la prossima volta te lo fai tu da sola” –almeno, io direi così.

2. Inventati qualche trucco. La ‘serata stiro’ dove devi recuperare gli arretrati di 3 settimane e 4 lavatrici, anche perché oramai non hai più niente da metterti, è una delle piaghe peggiori. Per ridurre al minimo il problema i segreti, mica tanto poi segreti, sono due: comprare vestiti che non debbano essere stirati (oltre a una bella asciugatrice, ma vabbè questa lasciamola da parte per quando avrai una casa più grande e più soldi nel portafoglio); e imparare a stendere bene: magliette e camicie sulle grucce senza averle strizzate, pantaloni e magliette di cotone e pigiami possono essere liquidati anche senza ferro da stiro. Voilà, il mucchio si è ridotto di molto.
Non cucini spesso,  ma quando lo fai aumenta un po’ le dosi e sistemati così anche per i giorni successivi o per portarti la schiscetta in ufficio.
E se proprio cucinare ti fa schifo ed è la volta che tocca proprio a te, non perdete troppo tempo dietro al piatto, a volte una tavola apparecchiata bene e con un po’ di romanticismo (basta anche una candela Ikea) ti farà fare un figurone –ed è sicuramente una cosa in cui nessun uomo con zero senso dell’estetica vi potrà battere.

3. Ridimensiona il livello. Non bisogna essere per forza wonder woman. Pensiamo di essere sempre imbattibili e di riuscire a fare mille cose contemporaneamente. Il più delle volte è così, ma capiterà la volta in cui ci fermeremo a 999 oppure la volta in cui sbaglieremo di brutto. Che fare quindi? Niente. Rilassatevi, datevi un bacio sulla guancia come fa Vicky Larssen e ditevi “next time I’ll do better”.
In fondo, sfido io a trovare qualcuno che preferisca una donna maniaca della pulizia ma pazza sclerata piuttosto che con una donna pazza sclerata piena di tantissimi interessi, tutti assolutamente estranei alle pulizie di casa.

venerdì 22 febbraio 2013

L'alien che c'è in me

Photo by Sgt. Michael Connors
C'è un mostro che dorme nella mia pancia. E' assopito e per un po' non disturba: me lo immagino come quei draghi dei film fantasy, arrotolato su se stesso. E dorme.
Ma arriva un momento durante una qualsiasi giornata di sole o di pioggia, in cui ti svegli innamorata e felice, che qualcuno dice la parola sbagliata. Oppure succede quei giorni in cui vai a fare la spesa e immagini un menu buonissimo, ma arrivi a casa e il forno non funziona e tu pensavi di fare il pesce al cartoccio per il tuo uomo.
Quando arrivi al lavoro piena di buoni propositi e il tuo capo annulla la riunione in cui avevi l'occasione di parlargli.

E' lì che il drago si muove, reclina la testa e sputa fuoco, quello che arriva ad uscirti dalla bocca: tutte quelle parole, una dietro l'altra che non riesci a fermare, sono come un fiume in piena. Cerchi di arginarle, ma è come se ci fosse la ghiaia tra il pensiero e la parola e scivola via come acqua sul terreno.
Sputi tutto quello che ti viene in mente e quando è abbastanza, pur di non fare un passo indietro rincari la dose e fai pure l'offesa. Che poi se ci pensi bene invece che il fuoco, basterebbe spiegare con calma i motivi del nervosissimo e forse dalla discussione ne usciresti vincitrice.
E' una malattia che colpisce parecchie donne e solitamente si scatena nei confronti di fidanzati, mariti, mamme. Quasi mai in un luogo pubblico e contro le amiche o gli amici.

Quindi uomini, purtroppo un giorno o l'altro capita a tutte le ragazze del mondo, che per un motivo o per l'altro vi sputeranno del fuoco addosso, talmente tanto che vi bruceranno.
E quella bellissima principessa che avete incontrato qulche tempo prima, si trasformerà in un mostro urlante. Bè non abbiate paura, capita ogni tanto.
Una volta che la vostra principessa si sarà ripresa e si libererà del mostro che c'è in lei, prenderà coscienza di quello che è successo e si sforzerà di non farlo tornare mai più.

E ragazze, miraccomando "keep calm, and kill the dragon!"

giovedì 24 gennaio 2013

Istanbul’u seviyorum



Ho da poco ripreso la mia mania di acquisto compulsivo biglietti aerei e organizzazioni viaggi, vicini o lontani che siano. Complice il periodo di pianificazione ferie ho ritrovato la voglia di partire per qualche avventura, assieme a un diario di un mio viaggio a Istanbul.

Avevo mandato il racconto al sito del Corriere Viaggi. Ve lo ripropongo di seguito, un filo rivisitato: una brevissima raccolta di episodi e storie. Il racconto originale potete trovarlo qui, assieme a qualche foto che avevo scattato durante il viaggio.


La mia vacanza con Eliana a Istanbul comincia con il volo in stile anni ’90 della Turkish Airlines. Ma è solo quando ci fiondiamo dentro un taxi che ci facciamo un’idea di cosa vorrà dire trascorrere cinque giorni in una città che scoppia di vita: 12 milioni di abitanti chiassosi, instancabili, amichevoli, sorridenti, che non perdono occasione di dimostrarti quanto sono contenti ad averti come loro ospite.

Fenomenologia della corsa (in taxi)
Il viaggio in taxi è il paradigma di Istanbul. Il traffico è infernale, gli autisti di autobus, macchine e taxi si buttano senza regola: chi arriva primo vince. Mentre guidano parlano con i passeggeri, fanno gare tra di loro, si parlano da una macchina all’altra chiedendo indicazioni sulle strade meno trafficate –come se ne esistessero, guidano come dei pazzi scatenati. Il nostro taxista prima ci scambia per turche, poi scopre che Mehmet, il fidanzato della nostra amica turca con cui ci siamo appena incontrate, è un ingegnere e quindi inizia a supplicarlo di sistemargli la batteria del cellulare, infine si incazza con un’anziana mendicante che chiede l’elemosina al semaforo a cui siamo fermi, scocciato perché non sta bene che chieda la carità a delle turiste. Sali al volo sul taxi, viaggi, paghi e scendi altrettanto al volo. E tante grazie, teþekkür!

Wrong rosary
È domenica e io cerco una chiesa cattolica in cui partecipare alla messa. Troviamo per caso la chiesa dei SS. Pietro e Paolo, dove tra le altre cose hanno girato il film “Wrong rosary”. Il prete, italiano, ci accoglie con un sorriso, che si ingigantisce ancora di più quando gli diciamo che siamo italiane e ci vorremmo fermare per la messa. In totale siamo in quattro seduti sulle panche: noi e i suoi due nipoti che sono andati a trovarlo. Poco più tardi arrivano anche due turisti polacchi, un americano e i fedeli della sua parrocchia: una signora croata, un signore greco e una turca convertita. Si celebra la Santissima Trinità, ma sembra quasi la Pentecoste per la varietà di popoli, lingue e storie che si vengono a incontrare.

La città degli odori e dei sapori. Ovvero: il Bazar delle Spezie
Una scritta in spagnolo attira la mia attenzione. L’attira così tanto che ora non mi ricordo più nemmeno cosa c’era scritto. Ma questo perché veniamo subito catturate dalla parlantina di Sinan. Ha 25 anni e conosce un sacco di lingue, imparate al Bazar: italiano un poco, inglese, spagnolo, ovviamente turco, arabo e chissà cos’altro. Al Bazar ha imparato anche a raccontare un sacco di storie e a comportarsi come un dongiovanni con tutte le ragazze. Ci fa assaggiare il tè turco, lo zafferano, quello vero, che costa un botto al grammo e se lo prendi con un poco di acqua calda ti fa diventare tutta la lingua gialla e fa bene per la memoria, lucum di tutti i tipi, spezie per cucinare. Compriamo tutto quanto, e io mi porterò a casa il miglior curry che abbia mai assaggiato in vita mia.

Il sorriso di Istanbul
Il miglior ristorante che abbiamo provato in tutto il nostro viaggio si chiama Hamdi et Locantasi (è impossibile trovare un tavolo senza aver prenotato). I tavoli sono disposti su una meravigliosa terrazza che domina il ponte di Galata, con centinaia di camerieri gentilissimi pronti a servirti i migliori kebap e prelibatezze turche a un prezzo veramente accessibile. Eliana ed io scendiamo dal tram e ci ritroviamo a vagare di sera nei pressi del bazar delle spezie. Non c’è quasi nessuno a cui chiedere, e nei pochi negozi aperti ci danno indicazioni che non riusciamo a capire bene. Finalmente una giovane coppia turca: lei sta mangiando un grosso cono gelato, gli angoli della bocca sporchi di cioccolato. Con il nostro turco elementare chiediamo dove sta il ristorante “Hamdi at Locatasi nerede?” e loro, che non parlano una parola di inglese, deviano dal loro percorso, e iniziano a cercare il ristorante assieme noi, chiedendo alla gente turca e portandoci fino all’ingresso. La ragazza ha un sorriso bellissimo. Non mi ricordo il suo nome, e in fondo non riusciamo a dirci quasi nulla, ma il suo è il più bel sorriso di Istanbul che ho visto. E che più rimane impresso nella mia mente.

Dervish
Quella a cui assistiamo è una vera sema, la cerimonia attraverso cui i dervisci raggiungono l’estasi, e quindi una vicinanza maggiore con il dio. Alla sema partecipa quasi tutta la comunità, composta in gran parte da uomini. C’è una sala grande dove ballano i dervisci, e nella sala adiacente si sistemano gli uomini che suonano e cantano pregando. Al piano di sopra, dietro le grate, stanno le donne, velate. In un recinto a parte, divisi uomini e donne, stanno i pochissimi turisti che assistono alla cerimonia. Tutti amici di amici, o conoscenti. L’atmosfera e la cerimonia mi fanno molta impressione. Cantano, pregano, e poi entrano i dervisci. Tra questi, un ragazzino di 14 anni, alla sua prima esibizione pubblica, per cui ha provato 3 anni, prima di essere pronto.

In aereo. Ritorno a casa con una grande quantità di bigliettini, carte, ricordi, numeri di telefono e persone conosciute.
Istanbul è una città che ti resta nel cuore. I suoi abitanti ti restano nel cuore. Perché ogni volto che incontri qualcuno ti ferma, ti colpisce e instaura da subito una relazione particolare, a suo modo profonda.

Il mio diario si concludeva con il proposito di ritornare, ripetuto per due volte.
Ancora non ci sono tornata a Instanbul, ma adesso è tempo di mettere giù il piano ferie.

lunedì 7 gennaio 2013

Parigi val bene una messa


Se non stai attenta, ti ci perdi. Parigi ha una metropolitana che sembra un tunnel; e se poi devi cambiare linea fai chilometri e chilometri.

Parigi è grigia. Di giorno è piatta: il grigio del cielo si specchia nel bianco degli edifici. Ma di notte cambia colore, si illuminano i ponti, le statue, i palazzi e da ogni punto della città vedi quella che di giorno è solo un ammasso di ferro, ma con il buio diventa luminosa come la stella polare.

Parigi è Parigi, ma è anche un borgo antico, un grande impero, una città moderna e antica. È sciatta e altezzosa come i suoi abitanti.
Nello stesso giorno si può passeggiare tra il quartiere a luci rosse di Pigalle sia nel sofisticato quadrilatero della Sorbona.

A Parigi le case costano anche milioni di euro, i parigini sono sempre alla moda quasi come i cugini Milanesi, ma è piena di barboni affamati e infreddoliti.

A Parigi puoi salire sulla Tour Eiffel e bere due coppe di champagne a 10 euro e ammirare un panorma mozzafiato; puoi fare una fila di un'ora e mezza per entrare al Museo D'Orsay e stupirti ogni volta che passi davanti a un quadro che hai visto per anni sui libri stampati e aspettare mezz'ora per ammirare la Saint Chapelle e immaginare i tre moschettieri di fianco a te.

A Parigi è tutto caro, l'acqua nei bar costa tre euro e un caffè può arrivare a 4,50 e sicuramente sarà schifoso. Ma puoi anche entrare in un panificio e mangiare un croissant beurre, una gallette du roi e trovare una corona, un viennoise au chocolat e volerne mangiare altre cento.

Parigi e contraddittoria, ti ammalia, ti rapisce e poi ti abbandona. Ma una cosa è certa, non ti delude mai.

martedì 11 dicembre 2012

Roma, Roma, Romaaaa


I romani li riconosci dalla faccia. Non hanno bisogno di parlare, li guardi e lo sai che diranno una qualsiasi parola con un accento spudorato.
Sembrano tutti dei comici, come quelli che vedi in tv: dal cameriere, al proprietario del ristorante, allo spazzino che finisce il turno di lavoro in aeroporto. Tutti hanno una battuta pronta.

Camminiamo nella città delle Chiese e dei preti, addobbata a festa.

Prima tappa il gelato da Giolitti. Non mi ricordo quando l'ho mangiato la prima volta, ma quando passi da Roma è un obbligo, anche d'inverno. L'unico posto in cui mangio il gelato con la panna. Da provare.

A Roma si cammina sempre: fa freddo, piove, c'è il sole; ogni posto sembra vicino, anche se e irrimediabilmente lontano: in tre giorni abbiamo preso una metro e un autobus. Abbiamo passeggiato in lungo e in largo fino ad arrivare morti in albergo in tempo per vedere la finale di xfactor.

Ti si mozza il fiato ogni volta che alzi la testa da terra e vedi uno squarcio di cielo, un palazzo, i resti romani o un quadro del Caravaggio (andate a vedere la conversione di Matteo nella Chiesa San Luigi dei francesi). Oppure quando da San Giovanni in Laterano scendi fino al Colosseo e dallo scorcio tra due palazzi si innalza timidamente la grande arena.

Il paesaggio più bello si gusta dall'Aventino. E se vi capita, cercate la porta di metallo in Piazza Cavalieri di Malta per guardare il cupolone dalla serratura.

Le trattorie sono state la tappa fondamentale della giornata: sono partita già con una lista di ristoranti presi da internet e qualche consiglio di amiche. Qui abbiamo trovato le persone più strane e i proprietari più chiacchieroni. La migliore la Sora Paola, appena ha capito che Melo, che viaggiava con me, è siciliano, gli ha detto "Mi fate schifo, voi e trombetta. Froci e comunisti". Siamo morti da ridere!

Tutte le volte che torno, rimango sopraffatta dalla bellezza di questa città e dai suoi colori all'ora del tramonto quando la luce si riflette sui pini marittimi e sui monumenti che iniziano ad essere illuminati.
Non so quante volte sono stata a Roma, ma non mi stanco mai perché ogni volta che passo da qui, mi tornano in mente ricordi e immagini che si sommano a quelle nuove. E piano piano si ricompongono pezzi di strade e di storie.


Ecco un paio di consigli per mangiare:
- Gallo Brillo: zona prati. Semplice e genuino, prezzi onesti. Il proprietario simpatico e gentile. Abbiamo conosciuto Fabio, romano e tipografo; un chiacchierone.
- Trattoria da Marcello: zona San Lorenzo. Sempre pieno, menù casereccio e prezzi onesti.
- dal Pallaro: campo dei fiori. Credo sia un'istituzione. Menù fisso.
- Ba Ghetto nel ghetto ebraico. Fanno cucina kosher. Buono e raffinato, con un tocco di romanità.

Per dormire Hotel Romae, pulito tranquillo, vicino a Termini. Talmente bello che sembra di stare a casa, in più sono eco friendly.

mercoledì 5 dicembre 2012

F come Festa


Bisogna essere felici almeno un'ora al giorno, e a dicembre almeno 10-12!
Questo è il bigliettino di oggi del calendario dell'Avvento di Terrazza Tartini: un albero di stoffa dove i nostri più cari amici hanno inserito frasi e auguri scritti su post-it, scontrini e pezzi di fazzoletti.
Vista la bellissima giornata di sole milanese la frase non può che essere vera, tanto più che nei prossimi giorni ci sarà un bel ponte e Milano sarà piena di eventi da non perdere.

Perciò ecco qua l'ABC del Sant'ambrogio milanese:
A come Artigiano in fiera. La fiera che da 16 anni riunisce artigiani (più o meno autentici) di ogni regione e paese. Da qualche anno la manifestazione si svolge a Rho fiera e quest'anno potete visitarla fino a domenica 9 dicembre quasi sempre dalle 10 alle 23. Vi consiglio, se potete, di lasciare le compere all'ultimo giorno: con un po' di faccia tosta si riescono ad ottenere degli sconti super.

B come Bambini, che potranno partecipare a tutte le iniziative del Villaggio delle Meraviglie, dal 2 dicembre al 6 gennaio ai giardini di Porta Venezia. Sabato 8 ad esempio Aurora Marsotto incontra i bambini e presenta il libro "Le avventure di Tino il cioccolatino".

Salto un po' di lettere sennò non si finisce più!

G come Ghiaccio. Oltre a essere il Palazzo di vetro è anche quello del ghiaccio e nella piazza coperta del Palazzo Lombardia è stata allestita una pista aperta a tutti fino al 13 gennaio. 2 euro il costo a persone, incluso di noleggio pattini -e non dimenticatevi i guanti!!

M come Musica, perché dal 3 al 7 dicembre ci sono un sacco di eventi e concerti per il bicentenario della nascita di Verdi e Wagner. Gli amici di Eventi Milano hanno fatto una lista completa, e se girate tra le pagine del sito potete trovare anche tutti i concerti gratuiti in giro per la città, come quello di giovedì 13 al Museo del Risorgimento.

O come Obej Obej. Il classico mercato natalizio milanese che si teneva il 7 dicembre in zona sant'ambrogio. Mi ricordo quando ero bambina piccola che giravo affascinata tra le bancarelle con gli occhi pieni di mille peluche e la bocca piena di zucchero a velo; e poi più grande, ai tempi dell'università, quando era impossibile camminare attorno alla Cattolica, e se ti avventuravi dalle parti di Via De Amicis potevi trovare qualche rasta e una buona zuppa calda. Anche questo ha cambiato location e lo potete trovare dal 5 al dicembre intorno al Castello Sforzersco.

V come Viaggi, perchè il ponte sarà lungo e se Milano vi sta stretta è l'occasione giusta per andare da qualche parte. Metà Terrazza Tartini sarà in un'altra capitale italiana, e vi racconterà poi dell'avventura.

La lista è lunga, di lettere ne ho saltate parecchie ma magari potete riempirle voi con le vostre segnalazioni.

Ritorno al punto di partenza, alla A, come Auguri, perciò vi faccio l'augurio del nonno di Alessandro, che oramai è il mio guru preferito: siate arditi, siate allegri (almeno 10-12 ore al giorno!).

mercoledì 14 novembre 2012

Le 10 regole per non annoiarsi a casa




Ieri mi hanno fatto una piccola operazione e mi hanno esportato un neo che avevo tra le dita del piede. Niente di grave, operazione di 10 minuti.

Mi ritrovo a casa perfettamente in forma, solo con il piede fasciato che però non mi permette di camminare normalmente e siccome non ho ancora le stampelle, saltello su e giù in equilibrio sulla gamba sinistra.

Ora come fare per non annoiarsi a casa, stando sempre seduta o poco in piedi?

1. munirsi di un libro, per comodità avvincente, altrimenti dopo quattro pagine chiudete e accendete la televisione

2. provate a guardare se c'è qualcosa di interessante in tv. I canali migliori in questo momento (per chi non ha sky, ovviamente) sono Cielo, real time e La7D.
I programmi che vanno per la maggiore sono quelli che si occupano di far dimagrire le persone obese, chi compra la spesa sono con i buoni e gli immancabili programmi di cucina: Ale, Buddy e tutti gli altri. Poi ci sono Carla, Enzo, Barbara...

3. cucinate: cena, pranzo, torte, cose varie. Soprattutto se riuscite a stare in piedi e siete in forze. Io ho provato ad appoggiare la gamba alla sedia.

4. passate al computer e fate tutte le ricerche che volete; leggete Twitter e tutto quello che segnalano i vostri "following": infografiche, articoli, foto e tutto il resto. Retwittate, twittate e tutto quello che potete fare, fatelo.

5. chiamate le vostre amiche, scrivetegli, tempestatele di whatsapp. Alla mamma al papà al fratello. Al fidanzato, che è al lavoro e non ti caga.

6. io non posso, perché il piede non me lo permette: ma se volete fate del bricolage, mettete a posto i cassetti, inventate nuovi giochi. Mettete a soqquadro la casa e poi rimettetela a posto.

E poi non me ne vengono altre e sapete perché? Perché diciamocelo a casa da soli, tra tv e pc e libri e cucina e bricolage ci si rompe immensamente le palle. Perché se voi foste a casa, ma totalmente integri, senza la febbre o un piede fuori uso non sareste a casa. Ma fuori all'aria aperta a fare shopping o su un treno in viaggio per andare da qualche parte, e proprio male che vada siete andate a trovare un'amica malata.
Ecco perché io di queste regole non riesco a seguirne neanche una e spesso mi ritrovo a fare tutto e niente. E più faccio niente, più mi viene voglia di non fare niente.

Per fortuna che domani torno a lavorare! 

mercoledì 31 ottobre 2012

Berlin Calling



Prendi cinque ragazze che vivono a Milano e mettile a Berlino per 4 giorni.
Dove si dorme? Ovviamente in un ostello super economico in zona Berlino est, proprio dietro alla discoteca più grande d’Europa ma sconosciuto a tutti i tassisti della città. Un ostello dove le chiavi, quando ci sono, aprono sia la porta del corridoio che quella della cantina. Quando invece non ci sono le chiavi, la stanza rimane aperta e le ragazze devono difendersi dalle incursioni dei Polacchi ubriachi che vogliono entrare in camera; e se a dissuaderli non bastano le urla del security guy ci pensa l’armadio di ferro spinto contro la porta. A posto! E se poi qualcuna di notte deve uscire a fare la pipì? Ipotesi non contemplata.
Sistemato l’alloggio, ecco di seguito qualche consiglio per vivere a pieno una città silenziosa, riflessiva, carica e creativa.

Cosa si vede?
  • Alexanderplazt; Fernsehturm la mitica torre della televisione che si vede in tutta Berlino ; rotes Rathaus il municipio rosso; Berliner Dom il duomo; Museuminsel l’isola dei musei.
  • Unter den Linden, Humboldt Universität, Brandenburger Tor la Porta di Brandemburgo, Reichstag la sede del Parlamento tedesco, Berlin Hauptbahnhof la stazione centrale, enorme e nuovissima...inaugurata nel 2006, Judisches Denkmal il Monumento all' Olocausto, Potsdamer Platz e il Sony Center.
  • Friedrichstraße piena di negozi! Da non perdere il Quartier 206 e le Galerie Lafayette, Gendarmenmarkt, Haus am Check Point Charlie il punto di passaggio tra il settore americano e il settore sovietico.
  • Hackescher Höfe alla fermata metro Hackescher Markt.
  • East Side Gallery con i resti del muro di Berlino, alla fermata metro Ostbahnhof.
  • Kurfürstendamm, la via dello shopping, considerata gli Champs-Élysées di Berlino, Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche, KaDeWe che dopo Harrods è il centro commerciale più grande d'Europa.
  • Infine il Jüdisches Museum, il museo ebraico, in quella bellissima ed emozionante piazza.

Cosa e dove si mangia?
  • Il Curry Wurst, piatto tipico di Berlino, più antico della città da "Konnopke's Imbiß" Schönhauser Allee 44a-fermata metro Eberswalder Straße Il Döner Kebap al quartiere turco e più alternativo Kreuzberg.
  • La tipica cucina tedesca con birra di produzione artigianale al "Brauhaus Lemke", Dircksenstraße 143/144 (tra Alexanderplazt e Hackescher Markt).
  • La cucina italiana, se dopo qualche giorno avete nostalgia, al "Va Piano" a Potsdamer Platz: una sorta di fast food chic concepito all'italiana...fanno della pasta e della pizza molto buona, per non parlare del tiramisuuu!! Oppure una pizza buonissima in una pizzeria alternativa gestita da italiani che si chiama "Due Forni", Schönhauser Allee 12-fermata metro Senefelder Platz.

Che si fa la sera ?
Per un preserata si può andare a bere: 
  • a Simon-Dach-Straße (fermata metro Warschauer Strasse): è una via piena di cocktail bars, ristoranti indiani
  • a Prenzlauerberg...nello specifico le vie sono: Kastanien Allee, Schonhauser Allee, Eberswalder Strasse
  • Oranienburger Strasse (fermata metro Hackescher Markt) a Kreuzberg

Mentre per andare a ballare

  • Il venerdì al Watergate (fermata metro Warschauer Strasse), che si affaccia direttamente sul fiume che attraversa Berlino, la Spree, musica elettronica per tutta la notte.
  • Al famoso Weekend un posto elegante che si trova al 15esimo piano di un grattacielo in Alexanderplatz, con musica che varia dal minimal all'elettronica.
  • Per gli amanti del rock, un bel posto è il Magnet che sta in Greifswalder Str, ci arriva da Alexanderplatz prendendo il tram M4 direzione Falkenberg.
 
E infine, da non perdere:

  • Il brunch della domenica a Prenzlauerberg con tappa al "Reastauration 1900", Husemannstraße 1(fermata metro Eberswalder Strasse) dove fanno un buffet buonissimo dalle 10 alle 16.
  • La vineria "Weinerei FORUM" in Fehrbelliner Strasse, citata anche nel NY times.
  • Un posto assurdo dove fanno frullati e waffel buonissimi Kauf dich Glücklich, Oderberger Straße 44-fermata metro Eberswalder Strasse. 
  • E il mitico Flohmarkt al Mauer Park, Bernauer Straße 63-64 fermata metro Eberswalder Strasse : un mercatino delle pulci dove incontri gente assurda! Uno dei posti più caratteristici di Berlino. C'è ogni domenica dalla mattina al tardo pomeriggio, con karaoke all’aperto che inizia dalle 15 e un un'atmosfera incredibile ed unica!!!

Grazie anche a un’altra ragazza, Veronica, che a Berlino ha vissuto un Erasmus indimenticabile e che ci ha trasmesso i consigli che vedete sopra con l’entusiasmo e l’energia che da sempre la contraddistingue.

venerdì 12 ottobre 2012

La cabina dell’estetista


Le donne non fanno le puzzette, non fanno mai la cacca e soprattutto non hanno peli né baffi.
Cari uomini, mi dispiace scardinare queste vostre certezze ma sappiate che esiste un luogo dove le donne entrano stressate, pelose, con i punti neri, la buccia d’arancia sulle gambe e le unghie rovinate ed escono rilassate, depilate e con la pelle bella e liscia come una pesca e lo smalto nuovo di pacca.
Questo posto esiste ed è: la cabina dell’estetista.
Luogo di piaceri, di dolori e di confessioni: tra un massaggio, una pulizia del viso e uno strappo di ceretta basta un attimo per confidarsi e iniziare il momento chiacchiera-seduta-di-terapia con colei che ci conosce fin nella nostra intimità (altro che ginecologo, avete mai provato a farvi fare una brasiliana o l’inguine con le fantastiche mutandine a tanga usa e getta?).
Ecco quindi qualche consiglio pratico.
Il giorno prima di fare la ceretta, fate uno scrub profondo con un prodotto specifico o un guanto di crine per togliere tutte le cellule morte e far venir emergere tutti i peli sottopelle.
Una pulizia del viso ogni tanto, soprattutto se fatta prima dell’estate, prepara la pelle a una bella abbronzatura. Ricordate però di usare sempre, anche sul decolleté, una crema con filtro solare: anche 30 minuti al giorno di sole cittadino senza protezione possono fare danni.
Se non volete rinunciare allo smalto pur avendo una vita frenetica e una casa da tenere in uno stato semi-decente potete trovare un’estetista brava che lo sappia stendere a regola d’arte (molto difficile in verità) oppure utilizzare lo smalto semi-permanente: ottimo rapporto qualità-durata-prezzo e non è così complicato da rimuovere come quello della ricostruzione unghie –e mi raccomando: se volete toglierlo, non non strappatelo via da sole!!
Quando siete troppo stressate prendetevi qualche ora di pausa da tutto e regalatevi un massaggio rilassante, energizzante, linfodrenante o tonificante, c’è davvero l’imbarazzo della scelta, e se l’estetista è brava ed è una persona solare  vi infonderà le sue onde positive!

Per chi non ha ancora ancora avuto successo nell’ardua impresa di trovare L’Estetista di fiducia, vi consiglio di andare da Francesca!
E se volete fare una full immersion nel mondo della bellezza non perdete gli appuntamenti annuali con Intercharm a Milano e Cosmoprof a Bologna.

martedì 9 ottobre 2012

Tra cascine e risaie


Tra cascine e risaie trovi una Milano che non ti aspetti, o che non tutti conoscono.
Tutto comincia dall’iniziativa Cascine aperte e da un sabato in cui hai tanto bisogno di stare all’aria aperta.
Bastano 15 minuti di pedalate per arrivare nel Parco delle Risaie e ritrovarsi immersi nella natura, tra risaie, cascine dismesse o ancora in funzione. E proprio così vicino casa, cioè quel posto circondato da cemento e frenesia, esiste un paesaggio che ti riporta alla mente le immagini bucoliche della “campagna degli zii” e ti dimostra che è possibile affittare un orto immediatamente fuori città: ad esempio partecipando ai bandi che il Comune di Milano pubblica per assegnare uno dei 530 orti comunali (ad oggi purtroppo non c’è niente di aperto), oppure partecipando a iniziative simili, più rapide, portate avanti da privati che mettono a disposizione spazi verdi. 
Di tutte le scoperte e sorprese della giornata, oltre alla signora che fa da guida nella minuscola chiesa di San Marchetto e che ti avverte che in quelle campagne ti trovi ancora nel comune di Milano (!), due rendono bene lo spirito che ci ha accompagnato per tutta la giornata.
La prima: i gentilissimi referenti di Connecting Cultures, associazione impegnata nel progettare e realizzare nuove ecologie urbane: ti raccontano i progetti di sviluppo del Parco Sud e ti provocano con il volantino I milanesi vivono in campagna ma forse non lo sanno.
La seconda: i mercati in cascina a “Km 0”, 9 domeniche per acquistare i prodotti dei gestori delle cascine del Distretto Agricolo Milanese. Da provare assolutamente.
Perciò montate in sella e buona spesa!

Giovanni

lunedì 27 agosto 2012

Milano da fare (a settembre)



Nell’infinita tristezza lavorativa di una Milano un po’ meno deserta nell'ultima settimana di agosto, una sola certezza (oltre al viaggio a Palma de Mallorca) rinfranca un poco l’animo: il prossimo sarà un mese pieno di appuntamenti.
Ecco qua i principali, o meglio, quelli a cui Terrazza Tartini non mancherà di certo. Ce n’è davvero per tutti i gusti. Se parteciperete anche voi a qualcuno di questi fateci un segnale o fatevi riconoscere!

CINEMA
Continua fino a metà settembre l’appuntamento con il cinema all’aperto in location da favola. Vuoi mettere portare la tua bella a guardare un bel film nel cortile del Castello Sforzesco? Zanzare a parte, il limone è assicurato! Qua il programma completo di Arianteo, e ricordate che al Conservatorio potete anche ascoltare un concerto a tema prima dello spettacolo.

Imperdibile, dal 12 al 23 settembre, il Milano Film Festival organizzato da Esterni. Le persone fanno la differenza recita il pay off e di sicuro sarà così: volontari, film in lingua originale, chiacchiere con i registi, feste, concerti e proiezioni in cinema, parchi, teatri e cascine. Fino al 9 settembre potete acquistare un abbonamento a prezzo ridotto.  

MUSICA
Già mi ero gasata con i concerti gratis, la partecipazione popolare e le foto (da volontaria) al MITO Fringe, l'edizione 2012 di MITO si apre il 5 settembre con un concerto al Teatro Regio di Torino, maestro musiche di Debussy e Ravel. Di tutti gli appuntamenti musicali Terrazza Tartini sarà presente a:
  • 15 settembre, Ben Frost in Stazione Centrale dirige con laptop e mixing desk sei chitarristi e un sestetto di ottoni;
  • 16 settembre, il concertone nazional popolare a 5 euro al Forum di Assago: musiche di Brahms e Musorgskij;
  • 23 settembre, festa finale in Piazza Città di Lombardia, con dj set di...Alessio Bertallot -mamma ragazze ho già le scalmane (se non avete mai sentito parlare Alessio Bertallot sintonizzatevi alle 22.40 su Radio2 oppure scaricatevi qualche podcast di questi e poi ne riparliamo).    
I biglietti si comprano su internet o nella biglietteria in via Dogana 2, ma ci sono anche tanti concerti e incontri gratis!!

CONFERENZE E DIBATTITI
Per chi ha voglia di spostarsi a Lecco il 5 settembre per fare una gita fuori porta e magari rimanerci anche la sera, alle 18.00 c'è il dibattito sulla politica ai tempi di FacebookDa non perdere perché tra i relatori parleranno il celeberrimo Mazzoleni (e chi non ha letto il suo manuale di comunicazione politica?) e perché è organizzato dalla nostra stella Lucilla (cercatela tra l’elenco dei co-autori del blog).

20 settembre, lo IED organizza e ospita TEDx, dal titolo "La creatività è una professione". L'evento è gratis ma a numero chiuso e le iscrizioni partono dal 28 agosto sul sito dell'iniziativa, che è ancora in costruzione. Nel frattempo potete farvi venire un po' di acquolina con gli altri speech di ted.com.  
Tirate fuori le vostre agende, i vostri diari, iPad, calendari, segnatevi tutto e diteci: ne conoscete altri di appuntamenti da non perdere?