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lunedì 12 agosto 2013

A postcard from Cornwall


In Cornovaglia vedi il mare e la montagna che si incontrano. Mangi i cornish pastry senza R e bevi la birra del birrificio Saint Austell e fai surf se il mare te lo permette.

In Cornovaglia tutto è Cornish anche l'acqua, il gelato e il sidro. I negozi, gli hamburger e il pesce.

In Cornovaglia c'è saint Michael, il gemello di Mont Saint Michel, un isolotto in mezzo al mare che si raggiunge camminando sull'acqua.

A Newquay credono di essere in California ma i ragazzi sono meno abbronzati e muscolosi, le onde sono più piccole e si va in spiaggia alla sera perché c'è l'alta marea.

A Lizard c'è una vista mozzafiato, nel punto più a sud, e vicino a St Agnes c'è la lunga spiaggia di Chapel beach: kilometri di sabbia circondati da colline verdeggianti.

A Saint Ives c'è un ristorante in cui puoi mangiare pesce alla griglia senza salsine, Mevagissey sembra sia abitata dai pirati, mentre a Truro c'è una grande cattedrale e un canale mezzo asciutto.

A Porthcurno c'è la sede del telegrafo più antica del mondo, ma non la connessione a internet.

A Camelot, dove è nato re Artù, respiri l'aria frizzante della montagna e la vista si perde nell'oceano infinito. E in quel momento potresti credere anche a Dio.

In Cornovaglia puoi cenare davanti all'oceano e se hai freddo ti danno le coperte, mangi il miglior fish and chips e le ragazze hanno i capelli colorati di fuxia, di verde e di azzurro; portano gonne alte in vita e magliette sopra l'ombelico.

In Cornovaglia quando c'è il sole è tutto più bello, con il brutto tempo è solo Inghilterra.

In Cornovaglia ho lasciato il mio amore, ma sono sicura che tornerà.

mercoledì 31 ottobre 2012

Berlin Calling



Prendi cinque ragazze che vivono a Milano e mettile a Berlino per 4 giorni.
Dove si dorme? Ovviamente in un ostello super economico in zona Berlino est, proprio dietro alla discoteca più grande d’Europa ma sconosciuto a tutti i tassisti della città. Un ostello dove le chiavi, quando ci sono, aprono sia la porta del corridoio che quella della cantina. Quando invece non ci sono le chiavi, la stanza rimane aperta e le ragazze devono difendersi dalle incursioni dei Polacchi ubriachi che vogliono entrare in camera; e se a dissuaderli non bastano le urla del security guy ci pensa l’armadio di ferro spinto contro la porta. A posto! E se poi qualcuna di notte deve uscire a fare la pipì? Ipotesi non contemplata.
Sistemato l’alloggio, ecco di seguito qualche consiglio per vivere a pieno una città silenziosa, riflessiva, carica e creativa.

Cosa si vede?
  • Alexanderplazt; Fernsehturm la mitica torre della televisione che si vede in tutta Berlino ; rotes Rathaus il municipio rosso; Berliner Dom il duomo; Museuminsel l’isola dei musei.
  • Unter den Linden, Humboldt Universität, Brandenburger Tor la Porta di Brandemburgo, Reichstag la sede del Parlamento tedesco, Berlin Hauptbahnhof la stazione centrale, enorme e nuovissima...inaugurata nel 2006, Judisches Denkmal il Monumento all' Olocausto, Potsdamer Platz e il Sony Center.
  • Friedrichstraße piena di negozi! Da non perdere il Quartier 206 e le Galerie Lafayette, Gendarmenmarkt, Haus am Check Point Charlie il punto di passaggio tra il settore americano e il settore sovietico.
  • Hackescher Höfe alla fermata metro Hackescher Markt.
  • East Side Gallery con i resti del muro di Berlino, alla fermata metro Ostbahnhof.
  • Kurfürstendamm, la via dello shopping, considerata gli Champs-Élysées di Berlino, Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche, KaDeWe che dopo Harrods è il centro commerciale più grande d'Europa.
  • Infine il Jüdisches Museum, il museo ebraico, in quella bellissima ed emozionante piazza.

Cosa e dove si mangia?
  • Il Curry Wurst, piatto tipico di Berlino, più antico della città da "Konnopke's Imbiß" Schönhauser Allee 44a-fermata metro Eberswalder Straße Il Döner Kebap al quartiere turco e più alternativo Kreuzberg.
  • La tipica cucina tedesca con birra di produzione artigianale al "Brauhaus Lemke", Dircksenstraße 143/144 (tra Alexanderplazt e Hackescher Markt).
  • La cucina italiana, se dopo qualche giorno avete nostalgia, al "Va Piano" a Potsdamer Platz: una sorta di fast food chic concepito all'italiana...fanno della pasta e della pizza molto buona, per non parlare del tiramisuuu!! Oppure una pizza buonissima in una pizzeria alternativa gestita da italiani che si chiama "Due Forni", Schönhauser Allee 12-fermata metro Senefelder Platz.

Che si fa la sera ?
Per un preserata si può andare a bere: 
  • a Simon-Dach-Straße (fermata metro Warschauer Strasse): è una via piena di cocktail bars, ristoranti indiani
  • a Prenzlauerberg...nello specifico le vie sono: Kastanien Allee, Schonhauser Allee, Eberswalder Strasse
  • Oranienburger Strasse (fermata metro Hackescher Markt) a Kreuzberg

Mentre per andare a ballare

  • Il venerdì al Watergate (fermata metro Warschauer Strasse), che si affaccia direttamente sul fiume che attraversa Berlino, la Spree, musica elettronica per tutta la notte.
  • Al famoso Weekend un posto elegante che si trova al 15esimo piano di un grattacielo in Alexanderplatz, con musica che varia dal minimal all'elettronica.
  • Per gli amanti del rock, un bel posto è il Magnet che sta in Greifswalder Str, ci arriva da Alexanderplatz prendendo il tram M4 direzione Falkenberg.
 
E infine, da non perdere:

  • Il brunch della domenica a Prenzlauerberg con tappa al "Reastauration 1900", Husemannstraße 1(fermata metro Eberswalder Strasse) dove fanno un buffet buonissimo dalle 10 alle 16.
  • La vineria "Weinerei FORUM" in Fehrbelliner Strasse, citata anche nel NY times.
  • Un posto assurdo dove fanno frullati e waffel buonissimi Kauf dich Glücklich, Oderberger Straße 44-fermata metro Eberswalder Strasse. 
  • E il mitico Flohmarkt al Mauer Park, Bernauer Straße 63-64 fermata metro Eberswalder Strasse : un mercatino delle pulci dove incontri gente assurda! Uno dei posti più caratteristici di Berlino. C'è ogni domenica dalla mattina al tardo pomeriggio, con karaoke all’aperto che inizia dalle 15 e un un'atmosfera incredibile ed unica!!!

Grazie anche a un’altra ragazza, Veronica, che a Berlino ha vissuto un Erasmus indimenticabile e che ci ha trasmesso i consigli che vedete sopra con l’entusiasmo e l’energia che da sempre la contraddistingue.

lunedì 10 settembre 2012

Palma di Maiorca. Piove, e ora?


Ultima settimana di vacanza, con le amiche. 
Destinazione: Palma di Mallorca. 
Scopo: abbronzarci il più possibile per tornare nere e fare invidia a tutti.

Come dice Montale "un imprevisto è la sola speranza", e il nostro più grande imprevisto è stata la pioggia, che non bagnava l'isola da aprile e che ci ha fatto quotidianamente compagnia.

Ma non tutti i mali vengono per nuocere, e grazie a una bella Ford noleggiata in aeroporto e pagata a peso d'oro, ci siamo girate tutti i fari dell'isola e abbiamo scovato dei negozi e dei locali incredibili.

È stata la vacanza delle scoperte. Libere dall'obbligo di dover stare in spiaggia ci siamo fermate a caso dove l'istinto di donne ci diceva: qua di sicuro ci sarà qualche gioiello da comprare o qualche chiacchiera da fare!

Nel sud dell'isola, a ses Salines, abbiamo trovato Diart, il negozio di Maria Antonia, una signora che ha un figlio artista, un buon gusto incredibile e una quantità esagerata di collane, anelli, borse, scarpe e vestiti collezionati durante i suoi tanti viaggi e ora in vendita per tutti, accompagnati dal racconto della sua vita e da qualche consiglio di stile. I pezzi sono unici, non troverete due paia di scarpe uguali, ma di sicuro potrete trovare qualcosa per un regalo unico e orginale.

In città, a Palma, trovate qualcosa di simile da Nice Things, moda para mujer y niña. I prezzi sono un po' più alti, ma il posto è speciale e se entrate anche solo per "dare un'occhiata" vi sentirete catapultate in un'atmosfera da altri tempi.

Un po' quello che abbiamo provato la sera, quando ci hanno invitato per un chupito da Prohibition 1929 Speakeasy. Entri in un mondo magico, lontano dalle discoteche piene di turisti crucchi e ti senti improvvisamente nell'America proibizionista degli anni '20: la musica, i drink, i gestori, perfino gli altri clienti al bancone, un gruppo di francesi e spagnoli brilli e vestiti come nel film di Woody Allen, Midnight in Paris, ci hanno regalato un po' di magia. 
Se vi capita di andare a Palma passateci assolutamente; da novembre organizzeranno degli spettacoli di micro-teatro, un esperimento da non perdere!!

E infine, non poteva mancare una raccomandazione su un bellissimo ristorantino, scoperto anche questo per caso, quando con nostra somma disperazione ci siamo accorte che il locale consigliato dal marpione di turno, il Cafe L'Antiquari, era chiuso -help, aiuto, panico, e ora dove si mangia??
Proprio di fronte c'è il cafè lounge Mari-lin. I tavolini fuori sono romaticissimi, speciali quelli a due posti sui balconcini del locale. Dentro lo spazio non è molto, ma se avete pazienza e riuscite a trovare un posto potrete mangiare benissimo a dei prezzi contenuti. I piatti sono curati, le insalate sono super e i camerieri simpatici.

Non ci siamo abbronzate per niente, ma i sorrisi di coloro che abbiamo incontrato sono stati come il sole per il nostro viaggio. 
 

giovedì 30 agosto 2012

Rotolando verso sud


Anche quest’anno, come ogni anno da tanti anni, ho passato le ferie in Sicilia. Per forza, lì c’è la mia famiglia, nipote, zii, cugini, lì c’è la mia casetta in campagna dove trovo sempre la pace. Mica non mi piacerebbe girare il mondo, ma poi mi accorgo che il mio mondo è ancora lì e allora va bene così.
Ok 3 settimane a Salemi, ma un giretto da qualche parte? Giusto, se po’ fa’.
6 agosto, 40 gradi all’ombra, la mia cara e vecchia Toyota Yaris che quante ne ha viste, chi lo sa, costumino, macchina fotografia e via, 400 km fino a Noto.
Che posti ragazzi. Il mio ragazzo poi, che è meglio di una Lonley Planet, ha prenotato un agriturismo all’interno di una riserva naturale, a Vendicari, alle pendici di Noto, in mezzo alla natura, a due passi da un mare caraibico. Che ve lo dico a fare? Il paradiso terrestre. 10 ettari di alberi di arance, ulivi, orti, vigneti e una bella “ficara”, il mio preferito. E poi cavalli, cani e mosche, tutto in perfetta armonia.
Quattro giorni sono pochi ma noi avevamo un programma da urlo. Sveglia alle 8, colazione, bagno in una caletta della riserva e poi su in macchina, verso la Sicilia barocca. Chi se la scorda la visita a Scicli, la cittadina dei tre colli e del commissario Montalbano. Con una card da 5 euro un gruppo di ragazzi ci ha accompagnato per i principali monumenti e chiese e fra i luoghi di Camilleri (mihhh, è diventato un business da quelle parti!), con una passione per la loro terra da brivido. Mi sono sentita in colpa perché io ero quella che la sua terra l’aveva abbandonata, lasciata all’oblio, loro quelli che ancora ci credono e stanno lì, nonostante tutto. Mi hanno dato una lezioncina che ancora mi brucia.
La tappa a Modica era obbligatoria perché come mangi il cioccolato lì manco in Svizzera. Ovvio che poi  Ragusa Ibla è lì attaccata e merita il viaggio, però se magari le chiese non chiudessero dalle 13 alle 17 sarebbe meglio.
Che dire di Noto, girata e rigirata, sopra e sotto per le sue vie aristocratiche, all’ombra dei palazzi sfarzosi, aridi, bruciati dal sole. Se vai ad agosto tutte le chiese sono aperte fino a mezzanotte e anche lì dei ragazzi del posto ti guidano e ti portano su in alto, a guardare la città dai campanili o dalle terrazze. Piccola chicca, a Noto Zeffirelli ha girato “Storia di una capinera”. Chi non l’avesse visto, film raffinato che racconta una storia d’amore ai tempi di Verga.
A Siracusa vedi Ortigia e poi muori. Nel senso che se morissi lì saresti contento comunque. Ci hanno messo piede i greci e i romani, aggiungi un pizzico di barocco e il cocktail è perfetto.
Figo girare in macchina come una turista a casa sua. Guardare le cose come fosse  la prima volta, emozionarmi davanti a una fila sterminata di fichi d’India e chiacchierare con i vecchietti nei bar di tutto e di niente. Sto forse diventando troppo milanese?
Venite in Sicilia, dove volete. E se potete poi non lasciatela più.
 EL
(*) La ficara è un albero di fichi. Per non essere impreparati potete dare un occhio a questo dizionario siciliano-italiano!

mercoledì 29 agosto 2012

Acqua di Sicilia


Sicilia e mare per 15 giorni. Vacanze a due, a tre, a quattro, vacanze in famiglia e vacanze mangerecce, anche troppo.

Abbiamo girato per 3000 km lungo autostrade e stradine di montagna guardando fuori dal finestrino: il deserto della Turchia, i campi coltivati, gli ulivi,  la terra bruciata per preparala a un raccolto futuro, le buganville viola e il mare da lontano.

Abbiamo girato spiagge e mari ogni giorno, ma non sono riuscita a fare una classifica.

Riserva di Capo Gallo: si paga il pizzo per entrare, Alice ha provato in tutti i modi a protestare ma non si può far nulla. Siamo entrati dalla parte di Palermo e siamo arrivati fino al faro. Un po' un impresa per arrivare al mare, ma ne vale la pena. Acqua blu e incontaminata.

San Vito Lo Capo: un ombrellone con due lettini in prima fila costano 20 euro al giorno. Sabbia caraibica e mare cristallino. Peccato per la giornata ventosa.

Selinunte: ci sono due spiagge, una vicino alla pineta e l'altra sotto l'acropoli. La pineta è migliore, ma volete mettere la soddisfazione di fare il bagno guardando i resti dei templi greci?

Capo Milazzo: seguite le indicazioni per il santuario di Sant'Antonio. Da li scendete per la piscina di Venere. Un quarto d'ora sotto al sole in discesa (ricordatevi che poi ci sarà la salita). Arriverete a una pozza d'acqua tra le rocce, che si apre al mare aperto. Peccato solo per un po' di sporcizia che la gente cafona lascia in giro. Non mangiate la granita del bar nella piazzetta, è ghiaccio.

Fatevi un giro a Montalbano e compratevi una pagnotta e una provola. Paesino Medioevale molto carino e se siete fortunati lo vedrete anche vestito a festa.

Cefalù: acqua bella, paesaggio fantastico. E se avete tempo fatevi un giro per la città, sentirete un odore di bucato che vi riporterà a quando la nonna faceva la lavatrice e  stendeva le lenzuola.
Capo D'Orlando: non fermatevi alla spiaggia più vicina, ma spostatevi verso la spiaggetta vicino alle rocce. Lì non ci sono lidi, quindi portatevi l'ombrellone e qualcosa da mangiare. Alla fine della giornata prendetevi una granita al Bar Giulio c'è anche il gusto pesca malvasia. Già che ci siete andate a visitare San Marco D'Alunzio, un paesino magico, con radici antichissime costruito sui Nebrodi.

Roccalumera: una spiaggia nel vero senso della parola, acqua calda e perfetta per nuotare. Li vicino c'è Savoca, dove trovate le mummie e il bar dove è stato girato il padrino.

Sant'Agata, Messina: non so come sia possibile ma l'acqua è fresca e trasparente. In una città così, è un miracolo. Fateci un giro!

E poi c'è l'acqua di Scilla, terra nemica, ma con un paesaggio bellissimo, direbbero i messinesi. Acqua cristallina. Mangiatevi una granita al bar Zanzibar, le fa buone e anche di più di alcuni bar dell'altra sponda.

Qualunque mare abbiate deciso di provare, non ve ne pentirete. Ma state attenti a non toccare il sedere alla vostra ragazza quando siete in acqua. È talmente trasparente che vi vedrebbero tutti.

mercoledì 22 agosto 2012

In viaggio nel nord della Spagna


Ve ne ho già accennato.
Nel mio bagaglio per un viaggio nel nord della Spagna avevo messo tre libercoli. Uno l'avevo fatto io: un quadernetto scritto a mano, qualche stampa incollata con biadesivo e i dettagli sugli alloggi, spostamenti e cose da vedere per ogni tappa. 
Il quaderno è sparito dopo due giorni e io sono convinta che sia stato il moroso a imboscarlo perché sono stata illuminata da un sogno rivelatore; comunque il quaderno diceva più o meno così.

TAPPA A SANTANDER
L'alloggio meno caro si trova su airbnb.com: il sito unisce la vocazione social, i consigli in stile tripadvisor e bellissimi appartamenti a costi contenuti. Se gli anfitrioni vi annullano la prenotazione (ci è capitato anche questo, a una settimana dalla partenza!) airbnb vi dà un bonus extra di soldi nel caso voleste cercare un altro appartamento che risulta più caro.
Per i posti da vedere affidatevi ai consigli del vostro anfitrione o a minube.it. Nei tabacchi potete comprare il bono dell'autobus che costa 1 euro + 6 euro di ricarica minima e vi dimezza le tariffe sui mezzi.
Che mangiare? A Santander abbiamo scoperto la dipendenza da pinchos, razioni simili a tapas. Nella top 3 dei pinchos al primo posto c'è El Diluvio con la sua tortilla richiestissima da tutti. Mentre per una cena di pesce cercate di trovare posto da Casa Silvio, oltre alle mille foto appese alla parete vi offrono un marisco eccezionale a prezzi contenuti.

TAPPA A SAN JUAN DE GAZTELUGACHE
Il posto più affascinante e rigenerante in cui siamo stati. Le parole di Ciro vi raccontano bene che cosa siamo andati a vedere e vivere.
Per qualsiasi domanda scrivete pure all'Ente del Turismo Bulegoa, gentili e celeri nelle risposte. E utili! Ci hanno consigliato l'unico e sperduto rifugio vicino all'eremo di San Juan, la Pension Gaztelu-Begi. Se siete fortunati sarete anche voi gli unici ospiti di questo luogo che cura l'animo. La pensione è in montagna, ma a 20 minuti a piedi dalla spiaggia di Bakio, patria delle scuole di surf (il ritorno è in salita, da fare in bus). 
Per arrivare in questo posto sperduto si prende un autobus che da Bilbao vi lascia a Bakio in un'ora circa; da Bakio, nello stesso posto in cui scendete, prendete un altro autobus diretto a Bermeo e in 10 minuti saltate giù a San Juan de Gaztelugache. Arrivati!

TAPPA A BILBAO
Da non perdere il Guggenhein Museum: la collezione permanente di Richard Serra merita, se vi piace cantare vi divertirete a giocare con gli echi delle imponenti installazioni e se siete curiosi vi interesserà scoprire come diavolo hanno fatto a portare in quelle sale dei blocchi enormi; un po' meno interessante il resto, ma anche solo l'architettura del museo  worth a visit!
Per tutte le altre informazioni c'è un ufficio del turismo proprio all'uscita dal museo e i ragazzi che ci lavorano si faranno in quattro per voi!
Ah, se all'ultimo decidete di visitare lo stadio, potete farlo solo fino alle ore 13 (ingresso ultima visita del mattino) e alle 16.30.  

TAPPA A SAN SEBASTIAN, ANZI NO
Sembra che la città non ci abbia voluto. Due prenotazioni annullate, la seconda a una settimana dalla partenza. Così abbiamo ripiegato sulla deliziosa Zarautz, toma!

TAPPA A ZARAUTZ
Da Bilbao-Atxuri c'è un treno regionale che parte ogni ora (i dettagli li controllate qui) e che va a Zarautz (arriva anzi fino a San Sebastian, e durante la semana grande i treni da Zarautz a San Sebastian durano tutta la notte).
Arrivate in questo paesino medioevale e avete tutto a portata di mano, anzi di piede, visto che in cinque minuti arrivate nei posti da non perdere.
A partire dall'albergo Txiki-Polit, tra i più economici e in posizione centralissima, siete subito in spiaggia, dove per 17 euro al giorno vi affittano un toldo, caratteristica e unica cabina da spiaggia e riparo contro il sole (sceglietene uno nella parte che non viene mangiata dal mare: durante il giorno l'alta marea sale e cancella fino a 100 metri di spiaggia!). 
Sempre camminando, ma la sera per cena, arrivate al ristorante Asador Lagunak e, vi prego, mangiate un lenguado anche per me, che ancora ne ricordo il sapore: il pesce più buono di tutta la mia vita!
Per tutti i programmi extra (il moroso che vi regala un massaggio, le temperature e le onde migliori, gli eventi in città) potete scaricare l'app di Zarautz, disponibile in inglese, castigliano e in euskara.

TAPPA A ZARAGOZA
E cosa c'entra Zaragoza con il nord della Spagna?
Niente, però da lì partiva il volo di ritorno più economico in assoluto con Ryanair e quindi ci siamo dovuti adattare.
Zaragoza la si raggiunge con 3 ore e mezza di autobus da San Sebastian. Ci siamo sempre mossi con autobus e treni e ci siamo sempre trovati benissimo: dalla Cantabria, ai Paesi Baschi, all'Aragona.
I consigli su Zaragoza ce li hanno regalati Biagio e Gabriella (grazie!) perciò riporto fedelmente quello che hanno scritto:

Per l'albergo Rio Arga, Calle Contamina 20, economico, pulito e centrale;
per cenare Palomeque o Tragantua sono vicini (noi abbiamo provato il Tragantua, dove potete spaccarvi di cibo in un'atmosfera davvero romantica);
da vedere le due chiese in Plaza del Pilar.

Così abbiamo fatto, e abbiamo assistito alla messa nell'immensa cattedrale de Nuestra Senora del Pilar, preso due cintas, protettrici dei malati e anche dei viaggiatori per un prossimo (chi lo sa) cammino verso Santiago, guardato un bel film (ché in città si moriva di caldo, 33° all'una di notte), navigato avanti e indietro sull'Ebro -il molo si trova giusto dietro la cattedrale e gli orari delle barche ve li danno i ragazzi dell'ufficio del turismo che trovate nella piazza del Pilar.

Per andare in aeroporto, gli autubus della compagnia Agreda vi portano a soli 1.70 euro (!!!) da Paseo Maria Agustin 7 (e dalle altre fermate) diretti verso il bello e piccolo terminal.

TAPPA A CASA
Perché questa è la casa, ma è anche una tappa verso una nuova meta. Ancora da decidere.
Qualche consiglio?
      

  

martedì 31 luglio 2012

Facciamo le valigie


E' veramente tempo di vacanze e anche Terrazza Tartini goes on holiday, ma non vi abbandona. Abbiamo pensato di raccontarvi le nostre vacanze (e sono bene accetti i racconti anche delle vostre). Posti da vedere, luoghi interessanti e storie divertenti che facciano da contorno. Noi cominciamo con le nostre.

L'inizio del viaggio è Bruxelles. Con una macchina affittata dall'italia in via waterloo e un piccolo errore dell'agenzia che ci voleva mandare a Waterloo.
Sotto la pioggia ci mettiamo in viaggio e tra una canzone e un'altra arriviamo al confine tra il Belgio e la Francia, su quella che viene chiamata Côte d'Opale.
Primo consiglio: non fermatevi a visitare le città, grandi o piccole non ne vale la pena.
Secondo consiglio: fatevi un bagno di natura. Campi verdi vastissimi che arrivano a strapiombo sul mare. Mucche bianche e capre brucano erba verde e guardano la manica sognando di essere pesci.
Strade deserte accompagnate da grandi pale eoliche che salutano da lontano.
Terzo consiglio: se ad un certo punto vedete un campo di fragole e gente accasciata che le raccoglie sotto una pioggia sottile, fermatevi!
E' quello che si dice dall'agricoltore al consumatore: vi danno una scatola di cartone e vi dicono di prendere quante fragole volete. Andate alla cassa, pagate, le sciacquate nel lavandino di un albergo e le mettete in bicchieri di plastica. Buona colazione!
Pesce o carne. Spiagge bianche e lunghe o faraglioni a strapiombo sul mare. Città di mare un po' fighette, piene di inglesi. Con una bassa marea lunga più di un kilometro e ragazzi che si divertono a fare kite surf.
Alberghi presi il giorno prima su booking aspettando di trovare un Wii fii libero.
Fermatevi a Touquet Paris plage e fatevi un giro su una bicicletta affittata e arrivate fino al porto per vedere le barche spiaggiate a causa della bassa.

Quarto consiglio: fermatevi ad ammirare il paesaggio di Cap Blanc Nez e Cap gris Nez, non potrete fare a meno di rimanere sbalorditi dalla bellezza di questi posti. Dove fu combattuta la seconda guerra mondiale, e a ricordarcelo, oltre i musei, anche i cimiteri militari, bianchi e ordinati.
Prima di partire guardate le previsioni e infischiatevene. Se siete fortunati splenderà il sole.

martedì 29 maggio 2012

I want to ride my bicycle


Cominciai a usarla a Bruxelles, il giorno dopo il mio 25° compleanno, quando arrivata in metro scoprii che l’abbonamento dei mezzi sarebbe passato da 25 a 40 euro mensili.
Una volta tornata a Milano, dopo un paio di mesi di assestamento, ne trovai una che apparteneva a mia mamma e che diventò subito una compagna inseparabile.
La mia bicicletta.
Piccola, rosa e con i freni mezzi rotti oppure bianca e rossa con il cestino e le ruote sempre un po’ sgonfie.
Andare in giro in bicicletta è un’esperienza senza pari. Salti le code, ti tieni in forma, aiuti l’ambiente, risparmi, trovi sempre parcheggio vicino ai locali del centro e sui navigli, sviluppi un sentimento che è un misto di ammirazione, solidarietà e simpatia per gli altri ciclisti e, soprattutto se abiti a Milano, sviluppi un senso del coraggio e del rischio non indifferente.
Da un po’ di tempo, complici il bel tempo, il costo della benzina oramai alle stelle e spero anche un cambio di mentalità che piano piano si sta diffondendo, le bici stanno popolando sempre più le strade e le rastrelliere cittadine.
Ecco quindi un paio di consigli per ciclisti o aspiranti tali.
Non avete ancora una bici? Cercate nelle cantine di genitori o nonni, oppure andate in qualche negozio che venda bici nuove e usate –se siete in zona Isola vi consiglio Igor bike
, gentili, forniti, bravi e sorridenti. Altrimenti potete anche fare l’abbonamento al BikeMi.
Pronti, partenza, via. Per andare dove? Di percorsi ce ne sono tantissimi, potete fare come uno dei nostri co-autori che è partito da Assago ed è arrivato alla Certosa di Pavia con il percorso ciclabile che costeggia il naviglio
. Volendo potreste girarvi tutta la Lombardia in bici e addirittura tutta l’Italia con la guida della Lonely Planet o le pubblicazioni di Ediciclo editore, interessante è il loro blog Andamento lento, così come interessante è il gruppo su Facebook, Milano in bicicletta? Si può fare!
Dopo tutto questo pedalare, se volete riposarvi e rifocillarvi un poco potete fermarvi in uno dei parchi di Milano
potete prendervi un aperitivo a Le Biciclette, oppure potete montare in sella con il vostro moroso e fare un bell’aperitivo in Terrazza Tartini. Cin.

lunedì 23 aprile 2012

Ricordo di un'estate




Oggi riproponiamo un vecchio ricordo: due anni fa o ieri, Sicilia senza tempo.


Ci sono una comasca, una lecchese e una milanese che decidono di andare in vacanza in Sicilia. È cominciato tutto così e si è trasformata in una vera e propria avventura. Ma iniziamo dal principio e, vi scriviamo un po’ cosa hanno scoperto tre nordiche in terra siciliana. Tre ragazze simili e diverse nello stesso tempo, che approcciano la vita e le esperienze in modi e con occhi differenti. Barbara è per definizione un’entusiasta e grazie a lei abbiamo avuto l’idea di rendere la nostra vacanza partecipata. Lucilla è la più profonda: quando apre bocca incanta. Attraverso il suo amico Davide siamo riuscite a creare l’immagine che ci ha accompagnato per tutta la vacanza. Eleonora è la più razionale: quella che mette la sveglia alla mattina e ci mette la giusta concretezza. Siamo arrivate a Palermo il 10 agosto e ce ne siamo andate a malincuore da Catania il 20 dello stesso mese. L’obiettivo della vacanza era quello di girare la Sicilia in compagnia dei nostri amici e colleghi della Regione Lombardia, conoscerli nella Terra dove sono nati. Divertirsi insieme e scoprirsi più amici. Siamo state accolte a braccia aperte e siamo state trattate come delle regine. La sensazione è che le loro vite si siano fermate per dedicare tutto il tempo a noi. Ognuno, a suo modo, ci ha fatto conoscere la Sicilia attraverso i propri occhi. Chi più legato alla famiglia, chi agli amici, chi alla propria città. Ogni siciliano ci ha dimostrato fino in fondo la sua sicilianità. Per ringraziarli della loro ospitalità, abbiamo regalato a ognuno la nostra maglietta: Facce da Sicilia. Come se fosse un segno distintivo della nostra vacanza, una sorta di trofeo. Un modo di dire, siamo un gruppo. Tre facce, le nostre, che ognuno di loro ha indossato. Tutto è nato dall’idea di realizzare una vacanza partecipata. Abbiamo creato il gruppo Facce da Sicilia su Facebook in cui chiedevamo a chi era già stato in Sicilia e ai siciliani stessi di darci consigli su dove andare, cosa fare, dove dormire, cosa mangiare. Molti di loro ci hanno postato canzoni, stralci di film o di video, libri da leggere e dritte su strutture dove alloggiare. Siamo riuscite così a costruire un percorso. Una sera, scherzando con l’amico di Lucilla, si è deciso di fare un logo per il nostro viaggio, poi si è pensato di portare un regalo a tutti come per ringraziarli e così sono nate le magliette: in tutte le taglie e per tutti i gusti. Il nostro giro è partito da Palermo, abbiamo toccato Salemi e il Trapanese con Segesta e Erice, Cefalù e Messina. Siamo arrivate a Taormina e poi giù e giù fino a Capo Passero. Le emozioni che ci siamo portate a casa sono tantissime: il cibo, la gente, il mare, i luoghi, i proverbi e i sorrisi, tanti. Tutto resterà impresso nelle nostre menti. Palermo è passionale, si passa dal carretto che frigge al momento le panelle alla Cattedrale con il suo respiro spagnoleggiante. Salemi, prima capitale d’Italia, che cerca di rimettersi in piedi dopo le ferite del terremoto. Cefalù con il suo odore di bucato. Messina e la tradizione della Vara e dei Giganti che ci ha fatto riscoprire l’orgoglio della propria città natale. E poi la costa orientale. Si parte da Taormina e la sua Isolabella; come una conchiglia che contiene una perla, Taormina conserva il Teatro Antico. Ci sediamo sui gradini del Teatro per vedere il balletto, ma contempliamo il panorama con il mare e la luna che fanno da cornice. Siracusa, Noto, Modica, città barocche, ci incantano con la loro luce color miele e arriviamo fino a Capo Passero. Nelle nostre valigie (solo piccoli bagagli a mano chè siamo donne del nuovo Secolo) insieme ai vestiti stropicciati, riportiamo a casa qualche insegnamento. Abbiamo capito che per conoscere la Sicilia bisogna percorrere le strade secondarie, quelle statali; di giorno si vedono i campi coltivati e di sera non ci sono luci, il caldo scende e le stelle fanno da guida. Ora sappiamo che il fritto è quasi una religione. Che ogni colpo di clacson ha un significato. E che una giornata senza granita non è giornata. Un’estate così è difficile da dimenticare e persino da descrivere. Di certo, nel freddo inverno milanese riassaporeremo lo stupore di questo viaggio, la bellezza dei luoghi e il calore (e il colore) dell’amicizia. Semu ricchi e no sapemu.

venerdì 30 marzo 2012

Limite per x che tende a zero di uno su x




History of a bicycle trip around the Aran Islands

ma dove vai bellezza in bicicletta, anzi, dove andate bellezze, che anche se non siete studenti uno sconto sul noleggio ve lo meritate lo stesso.
noi andammo a perderci nell'isola cantata dalla Mannoia, orizzonte cielo sole e nuvole.
tutta a sinistra, vai, peccato che ci volevano indicare la sinistra della strada, e non la sinistra dell'isola, dove non c'è niente, neanche un turista che si è perso per sbaglio -eccetto noi ovviamente.
pedala, pedala, pedala, pedala, con il fiato che vene meno stile amanda sandrelli-troisi.
i capelli al vento, la felpa di saint patrick e le scarpe arancio plastica comprate da Clery's
la bandana blu e verde, come siamo bucoliche Rita nevvero?

eravamo un po' stanche e abbiamo mollato giù la bici
camminiamo e immediatly my heart goes boooom.
un'esplosione, non ci sono protezioni solo rocce e scogliere a picco sull'acqua e quasi cadi nell'oceano.
le onde si schiantano gli spruzzi arrivano fin sulla tua faccia e il vento copre ogni parola che potrebbe uscire dalla bocca ma chi riesce a parlare? nessuno.
bisogna solo stare in silenzio, come si fa a dire qualcosa?


un po' come quando impari a memoria i versi di Dante senza sapere che cosa vogliono dire e poi all'improvviso...ecco cosa vogliono dire!
e ti viene da piangere perché è una bellezza lancinante che ti spacca in due lo sterno.

e allora cosa fai?
prendi la macchina fotografica, ti metti sul bordo della scogliera, con la testa che sporge, giusto per far venire un infarto a tuo padre quando vedrà la foto
e sorridi.

giovedì 1 marzo 2012

La città timida



Amo Milano. La amo tanto, la amo forte.
La amo così tanto soprattutto nei momenti in cui come un'epifania ti svela il suo vero volto.
Passi tutta la settimana a correre su e giù per le scale della metro, dentro e fuori dai negozi, dagli uffici, dai bar. Poi, ti fermi in Piazza del Duomo, al crepuscolo. I lampioni sono spenti perché tra poco proietteranno sulla facciata della cattedrale giochi di luce e musica.
Gli Indiani lanciano nel cielo dei piccoli volani illuminati (è questa la moda del momento) che rendono l’atmosfera un po’ magica e un po’ surreale.

Alle 8 la piazza è gremita di gente che vocifera. Si sente qualche nota di pianoforte e improvvisamente cala un silenzio bianco e carico di attesa, come nei quadri di Kandinskij.
Dio, quanto sono fortunata. Io appartengo a questa città. Tutti possono appartenerci. Milano non è fredda, non è frigida, Milano è solo timida e anche un poco permalosa. A quelli che la amano svela i suoi segreti, a quelli che vanno in giro in bici di sera tardi davanti al Castello Sforzesco svela la sua magnificenza. A quelli che abitano nei quartieri di periferia e il sabato e la domenica vanno per mercati svela il suo affetto. A quelli che d’estate rimangono in città e passano il tempo libero tra l’Arco della Pace e il tetto del Duomo svela la sua magnificenza e il suo calore. A quelli che si perdono per le vie dell’Isola in cerca di una casa svela la sua multietnicità.
C’è tanto altro di Milano da scoprire, ma lascio farlo a voi, e così l’amerete sempre di più.


E voi l’avete fatto?
Cenare sul tram ATMsofera in giro per la vecchia Milano? Guardare il tramonto dalla Torre Branca? Comprare qualcosa al mercato sui Navigli? Assistere alle prove generali o alla prima di uno spettacolo della Scala? Salire all’ultimo piano del Pirellone? Visitare le merlate e le segrete del Castello Sforzesco? Ammirare lo Sposalizio della Vergine in Brera o l'Ultima Cena in Santa Maria delle Grazie? Fare una partita a calcio sul prato dei giardini di Porta Venezia? Guardare un film all’aperto nella rassegna Arianteo oppure in lingua originale nella rassegna Sound and Motion Pictures?

martedì 28 febbraio 2012

Via Foscolo al 32


Domenica alle sei di sera ho riportato la mia amica alla stazione. È venuta a trovarmi dopo un bel po’ che non ci si vedeva.
È venuta in città come si dice dalle sue parti e io in quelle parti ci ho vissuto
e vi posso garantire che Milano rispetto a Trieste è un altro pianeta.
Ho avuto la fortuna di trasferirmi a Trieste sul finire del 2008 per fare la specialistica e ci sono rimasto fino alla fine del 2010. Due anni molto intensi.
La prima cosa che vedi di Trieste appena arrivi col treno è il mare; il golfo è uno degli scorci più intensi che abbia mai visto.
Uscendo dalla stazione si sentono voci con cadenze diverse, con toni più bassi, è il silenzio che la fa da padrone. L’odore dell’aria è più fine non punge.
A Trieste quando arrivi ti senti perso soprattutto quando sei di una città gigante e veloce, vedi gli altri in slow-motion mentre tu col tuo passo da calmo doppi anche i pullman.
Ci si mette del tempo prima di farsi accettare, sei un forestiero e vieni da Milano quindi devi essere studiato attentamente.
I Triestini non dicono mai i giorni della settimana con i giusti accenti, li mettono sempre sulla penultima vocale rendendo le conversazioni surreali.
In due anni ho scoperto quasi ogni angolo di questo paradiso al confine con il passato: ho visto il Molo Audace di notte Piazza Unità illuminata sembra un sogno, il golfo dalla piazzetta di Opicina, ho mangiato in quasi tutte le osmize del carso e soprattutto in quella di via dei Modiano (quelli della carte da gioco) e ho bevuto un sacco di calici da Marino e non ne ho pagati una infinità in Portizza.
Mi sono innamorato, disinnamorato, ho fatto l’amore e l’ho lasciata questa città che in realtà è un grande paese, ma ogni volta mi ha ripreso senza farmi sentire in colpa.
Per qualcuno è un ragazzaccio per altri è solo vento e per me è stata una compagna fedele. Come tutte le donne fedeli, anche lei ti si attacca addosso come un tatuaggio al cuore. Io la lascio fare perché mi piace sentirmela dentro che mi fa ricordare ogni volta cosa sono stato e cosa voglio essere.
Anche se ora non calpesto più le sue vie e non salgo più verso via Foscolo al 32 mi sento

sempre parte di lei, spero mi possa perdonare anche stavolta che l’ho lasciata per sempre.

martedì 21 febbraio 2012

Ma la Basilicata esiste?


Ci sono posti nel mondo cosí piccoli e sconosciuti che neanche essi stessi sanno di esistere. Se si scorre su una qualsiasi mappa pre-web e si va sulla tavola sud italia Lucania (non Basilicata) il nome di San Giorgio Lucano non lo si troverà.
Male per me che non potevo mostrare ai miei compagni di classe delle elementari dove andavo per cosí tanto tempo durante l'estate mentre loro giravano la Sicilia o la Sardegna.
Ciò che mostravo era un punto verde e marroncino a ridosso delle Calabria, ma nessun nome solo immaginazione e credibilità.
Partivo di solito a fine giugno di venerdí verso le 21. Mio padre caricava l'auto fino a renderla quasi uno schema di Tetris dimostrando di avere una ottima conoscenza delle basi di ingegneria. All'inizio era una ford Fiesta blu chiaro molto anni 70, poi venne il lusso con una Escort station wagon lunga seimila metri.
In auto durante quelle dieci ore infinite mia sorella ed io ci inventavamo i giochi più assurdi: dal lancio di capperi incrociato al basket con il canestrino incastrato nel finestrino.
Mia madre preparava circa 15 panini manco fossimo in una spedizione artica non curante dell'esistenza di autogrill e aree sosta; il risparmio c'era ma se il primo panino a Bologna era delizioso quello a Bari era freddo e secco come il truciolato. Che male ai denti!
Mio padre riusciva a fumarsi un pacchetto di marlboro e a bersi minimo due birre prima che la guida condita con alcool non diventasse effettivamente un problema per i poliziotti.
Arrivati a destinazione vedevo il suo viso emozionato nel rincontrare dopo un anno i suoi genitori e la festa in cucina organizzata da mia nonna dopo il rondò dei saluti.
Ora queste cose non ci sono piú, ma sono felice di poterle ricordare e di averle vissute.
Grazie nonni


PS

domenica 12 febbraio 2012

Bruxelles, je t'aime



Ieri ho riscoperto una delle mie più care e vecchie abitudini: l'acquisto impulsivo-compulsivo di biglietti aerei. Nell'arco di 5 minuti ho prenotato due biglietti A/R Milano-Bruxelles. E mi è venuto in mente che pochissimo anche la mia compagna di TT partirà per la stessa destinazione, per fermarsi su 5 mesi.


Cara biondina, 
tra poco te ne andrai a stare cinque mesi nella città più sporca, centrale, viva e multiculturale d'Europa.
Troverai ad accoglierti una città ospitale. Ti sentirai a casa, straniera fra stranieri.
E scoprirai che i programmi saltano e cambiano mille volte in un giorno. Ti incazzerai all'inizio, perchè il piano della settimana è fatto e deve essere quello porca vacca, non scherziamo. Dopo aver lottato con questa legge della realtà per circa una settimana, ti abituerai al bello: a vivere le giornate non aspettandoti nulla, con il cuore spalancato perchè tu esci di casa la mattina e non sai cosa ti succederà durante la giornata. E non ti metterai più a cercare di prevedere tutto, non ne vale la pena, molto meglio aprire gli occhi ed essere pronta a cogliere ogni si che ti verrà data la possibilità di dire.


Ti piacerà molto, oh come piacerà, bionda.
Ti auguro di affumicarti ascoltando la jam session live il lunedì al Bizon e il giovedì al Delirium mentre bevi una delle duemila birre segnate sul menù.
Di rilassarti leggendo un libro sul prato del Cinquantenario o in riva al laghetto di Parque Leopold, dove gli alberi cambiano abito ad ogni stagione e sbatti gli occhi e di colpo sono già tutti in fiore.
Di imbucarti in una delle tante feste di Louise e poi uscire e accorgerti che piove e mannaggia tu non hai l'ombrello perchè l'hai abbandonato dopo che il vento e la pioggia della prima settimana ti hanno rotto tre ombrellini-tre-cinque-euro, e quindi alzi le spalle e ti fai la strada al ritorno a piedi sotto l'acquazzone (dopo i 20 minuti in velocità dell'altra sera sei già allenata).
Di ammirare gli specchi e i riflessi dei glaciali e brulicanti palazzi europei.
Di scegliere il menù direttamente in cucina a le Petit Village, dove il proprietario è più fuori del nostro terrazzo.
Di goderti le delizie della Maison de la Crepês nel quartiere più gay della città.
Di rifarti gli occhi con i camerieri del Café Belga, anche se ora cambiato il personale e non ci sono più i camerieri di una volta.
Di tifare Italia al Fat Boys o al De Valera's, che quest'anno ci sono gli europei e prima o poi bisogna appassionarsi un po' al calcio.
Di ricevere croissant in regalo all'atelier di Vatel e chiacchierare con i pasticceri che come te fanno l'alba.
Di camminare di sera, di mattina, di notte. E scoprire che gli uccelli cantano solo alle 4 del mattino e che d'estate non va mai giù il sole.  
Di imbucarti a un vernissage e conoscere l'artista e improvvisarti anche tu fotografa, pittrice o ballerina.
Di sudare all'Ethnic, sporcarti le mani al Cabraliego, che se non ti lecchi le dita godi solo a metà.
Di scoprire nuovi posti. Di perderti. Di scoprirti e piacerti sempre di più.
Di innamorarti a morte della città e pensare che non potrai viverci lontano.
E di tornare a casa. E scoprire che anche qui è esattamente come nella bella, adorata Bruxelles.
Buon viaggio.