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giovedì 5 giugno 2014
Arrivederci amore ciao
Sono passati ormai due mesi e Terrazza Tartini è rimasta muta per tutto questo tempo. Che dire, stavamo solo cercando le parole per salutarvi.
È finita l'avventura. Terrazza Tartini - quella vera - ospiterà nuovi inquilini e nuove avventure: magari delle studentesse o una famiglia o tanti amici oppure una persona sola, chissà.
Ci piace immaginare che le nostre storie rimangano in un cassetto. Come quando vai in albergo e trovi il Vangelo o la Bibbia.
Il prossimo inquilino troverà i racconti di due amiche tanto diverse, ma così uguali da avere una vita opposta e parallela, troverà le storie di tutti gli amici e le amiche passati dalla Terrazza per caso o perché invitati come ospiti, coinquilini, cuochi improvvisati. Il rumore delle feste, i compleanni, le litigate, le prime cene, le dichiarazioni d'amore, i pranzi in famiglia in una giravolta di echi e di suoni.
Nel frattempo le due amiche sono cresciute, si sono sposate. Qualcuno si è fidanzato e qualcuno no. Qualcuna diventerà mamma presto, qualche amica lo è già diventata. Qualcuno diventa grande e qualcuno non lo vorrebbe.
Ringraziamo tutti coloro che ci hanno scritto o letto almeno una volta, noi vi salutiamo, ma tranquilli, non vi abbandoniamo.
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domenica 22 dicembre 2013
21 dicembre per sempre
Fa un po' strano, il giorno dopo, svegliarsi in due.
Poche ore prima sei preso in un turbine dove centinaia di persone ti salutano, baciano, abbracciano, ti fanno gli auguri e festeggiano con te.
Anche nelle settimane antecedenti al matrimonio non ho mai avuto occasione di rimanere da sola, tranne che per i tratti di strada da casa a lavoro e da Terrazza Tartini a l'Estetica di Francesca; e comunque anche in quei momenti ero impegnata a ripassare mentalmente le cose da sistemare, to do list della festa, del lavoro, cose da mettere in valigia, documenti da non dimenticare assolutamente, medicinali che mi facessero passare la tosse -perché si, ci siamo ammalati entrambi a 20 giorni dalla data X e se non avessi trovato una dottoressa in gamba che mi ha dato delle bombe incredibili a quest'ora sarei ancora qui a tossire e prendere sciroppo di lumaca.
Ieri è stato bellissimo: mi ricordo mille particolari e allo stesso tempo non vedo l'ora di avere le foto per rivivere un po' la giornata e magari scoprire qualche scena che mi era sfuggita.
I grazie da dire sono tantissimi, quello più grande di tutti va ai miei genitori e a mia mamma che è una donna incredibile e quando sarò grande voglio essere come lei (almeno un poco, mi basta).
Non è mica vero che "dopo è la stessa cosa": già dalla sera, dal giorno dopo, è tutto diverso un po' perché quella persona che hai accanto è come se fosse diventato vero uomo, e tu vera donna. Un po' perché hai fatto davanti a Dio e con la grazie di Dio la promessa di amarlo e onorarlo, amarlo, e onorarlo tutti i giorni della tua vita, e quindi Dio, mi aspetto un grandissimo aiuto da parte tua perché altrimenti non riuscirei mai a mantenere questa promessa da sola.
Ma in fondo non sono e non sarò mai da sola, perché circondata dall'affetto di tutte le persone che ci sono state vicine e ci hanno proprio sorretto.
Mi sono commossa tante volte durante la giornata e non sono riuscita a esprimere quello che avevo dentro da giorni, un po' per le lacrime un po' perché mi era difficile trovare le parole giuste.
Ma oggi ho letto il biglietto che ha scritto mio papà per l'occasione e...eccole le parole giuste!
Perciò lo ricopio qua sotto per tutti e voi e riprendo l'augurio che aveva fatto per un vecchio post di Terrazza Tartini: ragazzi sposatevi e siate felici tutta la vita!
"Cari Barbara e Pasquale:
Mi ritrovo a rivolgervi un pensiero e un augurio in questo giorno; penso il più bello della vostra vita.
Devo dire che io Mario e la mamma Carla, abbiamo aspettato con ansia questo momento, e lo stiamo vivendo molto intensamente.
In questo ultimi giorni sto vedendo che le persone che girano in questo vortice, mettono tutto il loro cuore per questo evento e questo mi fa una tenerezza immensa (da piangere di felicità).
Vorrei dire a tutto il mondo, la Barbara si sposa, evviva la sposa.
Ps: io sono un padre brontolone, però grido a tutti...viva la sposa...viva gli sposi!"
sabato 21 dicembre 2013
La sposa non fa ritardo
E' passato un anno e mezzo da quando quella sera al cinema mi hai detto che ti saresti sposata, a pensarci sembra un secolo.
Abbiamo preparato tutto nei primi mesi: abito, ristorante, partecipazioni poi è passato un anno e gli ultimi giorni sono stati intensi. Nuovo lavoro e ultime cose da sistemare, gli intoppi e la stanchezza.
L'addio al nubilato più complicato da organizzare, la pioggia a catinelle e alla fine anche la tosse dell'ultimo minuto.
Ora puoi spegnere il cervello e goderti il momento, basta pensieri, tutto è in ordine e quello che è fatto non si può cambiare. Se piove pioverà e se il sole splende tanto meglio.
Devi solo arrivare all'altare e in un momento tutto sarà finito: come quando cucini per ore e si cena in cinque minuti. Tanto veloce da volere che il tempo torni indietro a quando ancora non sai che ricetta preparare.
Entrerai in Chiesa con quel vestito che ti fa sembrare l'angelo e che ti rende bellissima; che se fosse estate verresti scalza e invece i piedi congelati ce li avrò io.
E poi ci sarà la festa e tutto passerà in un attimo e ti ritroverai sull'aereo a fare il viaggio più lungo che tu possa fare. Il viaggio della vita, finché morte non ci separi.
Terrazza Tartini è stata la nostra casa, poi la tua, ora è vostra. Quante chiacchiere sul terrazzo, le colazioni insieme, io la marmellata, tu il toast al prosciutto e l'inaugurazione a piedi scalzi.
Inizia una nuova vita? Non credo, ma sicuramente inizia una nuova avventura che dura un po' di più delle altre, e dentro - a sua volta - contiene mille avventure: cresce e si trasforma. Non fermarla mai, ma coltivala. Io ti aiuterò e tu mi aiuterai quando sarà il mio momento.
Bè ora torno a prepararmi che tra poco si va in scena e già sono emozionata perché sarò accanto a voi fin dall'inizio.
Come la prima volta, ho messo del vino bianco in freezer, questa volta non dimentichiamocela perché dobbiamo brindare!
Tanti auguri.
venerdì 7 giugno 2013
Il figlio di Anchise
È nato alle 6 del pomeriggio del 6.6.2013 che se lo sommi fa di nuovo 6. Insomma è il figlio del diavolo. E con una zia così non poteva nascere diversamente.
Lo aspettavamo da mesi e suo padre da anni, chissà quante cose si è già immaginato: l'avrà già visto sposato con 2 figli, avrà immaginato la laurea, i primi passi, i primi concerti e quando lo scoprirà a fumarsi le canne con gli amici. Io invece immagino un bimbetto minuscolo, magari un po' bruttino come tutti i bimbi appena nati. Anche se quando lo vedrò diventerà il bambino più bello del mondo e nei mesi anche il più intelligente e più sveglio e più tutto e "non perché sono sua zia".
Terrazza Tartini oltre al blog delle liste è diventato anche il blog delle novità e delle ricorrenze: ormai ci sono nascite, fidanzamenti e matrimoni.
E come potevo non parlarvi di Enea? Il bambino che porterà sulle spalle suo padre e che sarà perseguitato da tutti gli insegnanti di lettere tanto che un giorno odierà Virgilio e la prof di italiano e anche un po' i suoi genitori per il nome che gli hanno dato, "che ne so non mi potevano chiamare Giovanni, Luca, Matteo così tutte le volte non c'era sta storia di Virgilio e del figlio che porta il vecchio?"
La nonna è impazzita, gli sta già comprando il guardaroba per i prossimi 18 anni, forse è un po' esagerata ma un giorno Enea sarà così contento di essere coccolato e viziato da lei, che quasi lo invidio già.
Ha due genitori new age che hanno tutte le loro idee strane sul parto e sullo sviluppo del bimbo: mi hanno spiegato che i 9 mesi dopo il parto fanno ancora parte della gestazione. Io non ho capito bene, ma non ti preoccupare piccolino ti verrò a salvare, hanno creato le zie e gli zii apposta; anche se, patti chiari, non ti farò mangiare le schifezze e non ti porterò al Mc Donald's!
Ah mi dispiace se non avrò nessun regalo da portarti in questi primi giorni di vita, ma non è colpa mia, ma sempre dei tuoi genitori stravaganti che non hanno ancora preparato la tua cameretta. Eh si sono un po' strani, un po' alternativi, ma non volergli male e fattene una ragione: nessuno di noi è nato con i genitori perfetti. Ci saranno fasi della vita in cui non li sopporterai, altre invece in cui penserai che tuo padre è un grande e altre ancora in cui tutti i loro comportamenti ti saranno più chiari e famigliari.
Per adesso goditi il momento, ci sarà un po' di casino e vedrai un sacco di facce sorridenti, tante persone adulte che ti faranno versi strani, avranno facce enormi e denti enormi. Chiameranno le cose con suoni incomprensibili: brum brum, miao e bau. Ci saranno colori nuovi e suoni nuovi che ti riempiranno la testa.
Ti regaleranno le cose più impensabili: oggetti volanti, rumorosi, morbidi e divertenti da buttare per terra. La mamma ti racconterà delle storie fantastiche, ti farà ascoltare la musica di bob marley e di Elvis.
All'inizio sarà una pacchia: dormirai, mangerai e ogni tuo desiderio sarà un ordine. Fanne buon uso e se hai problemi chiama la zia che ti salva sempre.
Benvenuto piccoletto, un giorno farai stragi di cuore, o forse hai già iniziato!
lunedì 25 febbraio 2013
Uguali e diversi
Pas calling
- Pronto?
- Ba! Dove sei?
- A casa
- Io sono all'Esselunga
- Dimmi
- No niente, volevo dirti che mi fa troppo ridere, hai presente quando gli stranieri dicono "I love focaccio", ma è tanto difficile dire focaccia?!
- ...
A parte due considerazioni che mi sono venute dopo questa chiamata e cioè:
1. Gli uomini quando ti chiamano vogliono sempre sapere dove sei, anche se gli hai dato in anticipo lo scheduling della tua giornata e quindi dovrebbero saperlo;
2. A giudicare dalla tipologia di chiamate ho piena consapevolezza di aver scelto un fidanzato che per molti aspetti assomiglia a mio papà.
Dicevo, a parte queste considerazioni, voglio prendere spunto da questo e dedicare questo post alla diversità nella coppia. Dalla diversità di approccio alle piccole cose concrete della vita, come ad esempio la mia anima organizzatrice che concepisce le telefonate solo come uno strumento per accordarsi su dettagli tecnici e non come un’occasione per farsi una risata (e questo mi spiazza ogni volta), fino alla diversità più profonda del percorso che ognuno sta facendo nella vita.
Concordo fortemente con Vittoria Maioli Sanese quando dice che «la coppia si struttura attraverso la diversità» perché quando parliamo di coppia ci riferiamo a «un uomo e una donna irriducibili nella loro unicità e nella loro diversità, nella loro autonomia individuale dal punto di vista psicologico».
Da un anno e mezzo e più, due irriducibili io hanno trovato una marea di argomenti su cui confrontarsi: la religione, il matrimonio e la convivenza, la sessualità, la politica, la TV in casa, la macchina si o macchina no, la suddivisione dei ruoli in una famiglia, la divisione e il riciclo dei rifiuti, le modalità di conservazione dei cibi, la domenica pomeriggio, i regali.
All’inizio il confronto è in realtà discussione accesa che porta implicito un grido: perché non mi sostieni in questa cosa che per me è così importante? Poi si impara a mantenere la propria individualità e la propria autonomia in una totale appartenenza reciproca e questo arricchisce, sempre. Sono fortunata e grata di avere un fidanzato così diverso da me perché mi permette di guardare le cose attraverso i suoi occhiali. Questo mi regala uno stupore genuino che non bisogna mai dare per scontato.
Difficile ricordarlo ogni giorno, ma è una bella sfida. E quando mi incazzerò perché non riesco a far capire che la 'carta' stagnola non va riciclata nella bidone bianco solo perché si chiama così, mi ricorderò della diversità nella coppia e dirò “I love Pasquali”.
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