martedì 5 giugno 2012

"Dà per nulla"



Nella vita ho ricevuto moltissimo e in quest’ultimo periodo ancora di più, è arrivato il momento di dare qualcosa.
Questo mi è passato nella mente la prima volta che ho sentito parlare del reclutamento dei volontari per il VII Incontro Mondiale delle Famiglie.

Detto così sembra una chiamata alle armi. Non è stato esattamente così. Da un lato si, soprattutto perché nei tre giorni in cui ho prestato servizio ho visto un dispiegamento di polizia, carabinieri, vigili, municipale, volontari della croce rossa, croce bianca, unitalsi, protezione civile, guardia di finanza da fare impressione. E soprattutto anche per gli orari che abbiamo fatto noi volontari, svegli alle 4 del mattino con qualche ora di sonno alle spalle, ma ancora di più i team leader, che ripetevano come un ritornello: "in cinque giorni abbiamo dormito 18 ore", grandi ragazzi, hanno dovuto fare i conti, un po’ come tutti, con i cambi di turno, cambi di disponibilità, disdette, emergenze, cambi programma, ticket che mancano, persone in più, in meno e chi più ne ha più ne metta.

Ma non andavamo a combattere nessuna battaglia, andavamo a festeggiare.
La famiglia: il lavoro e la festa. Questo il tema del Family 2012.
Azzeccatissimo in questo periodo di crisi –e le domande fatte  dalle famiglie al Papa il sabato sera l’hanno dimostrato; anche considerato il fatto che nelle settimane precedenti il mio moroso era diviso tra Milano e Londra per cercare lavoro e ogni volta che leggevo la preghiera scritta da Tettamanzi, concedi a ogni famiglia un lavoro giusto e dignitoso e poi quella di Scola insegna, ai ragazzi e ai giovani a rischiare i talenti ricevuti mi infervoravo particolarmente.
Si, se solo ci offrissero la possibilità. Ma a volte ce la offrono, e alla fine lui ha trovato un bel lavoro a Rho e i giovani hanno potuto rischiare i talenti mettendosi in gioco come volontari.
Con un perfetto kit-del-volontario comprensivo di:
Badge, segnato con mille numeri e colori a seconda delle zone a cui potevi o no accedere. Immancabile il porta-badge, da conservare come cimelio in ufficio.
Maglietta, che contrariamente al solito era divisa per taglie e anche carina, così almeno abbiamo evitato l’effetto camicia da notte ovvero taglia XXL per lo scricciolo di 40 kili così come per l’armadio di turno.
Zainetto beige o rosso con la cerniera rumorosa e a rischio rottura, perfetto deterrente contro i ladri.
Cappellino, quello si da far sparire subito all’istante.
Giubbino fosforescente, usato nel pomeriggio in cui mi sono ritrovata a fare la transenna umana davanti al tribunale assieme a un centinaio di poliziotti e vigili in uniforme e in borghese aspettando la Papa-mobile che è passata giusto a 50 centimetri di distanza. Per la cronaca, il sostituto procuratore è proprio come lo si vede nelle fiction tv, e qualsiasi agente in borghese che si rispetti è moro e indossa gli occhiali da sole a specchio, nella versione chic, oppure il borsello a tracolla e la maglia a righe nella versione casual.
Guida del volontario, guida della famiglia, guida per tutto e per memorizzare le informazioni sul programma, i mezzi, i percorsi per raggiungere l’aeroporto di Bresso, le distanze dell’ultimo miglio ecc. Biglietti ATM validi per l’evento. Ammirevole il servizio milanese, impeccabile, disponibile e aperto (le metro) per tutta la notte tra il 2 e il 3 giugno.
Sorriso. Ho visto sorrisi di tutte le età e di tutti i colori, con e senza denti perché non ancora spuntati o perché caduti per l’età.

L’aeroporto diBresso, la mattina della messa, era un esplosione di gioia, di colori e di amore.
Ed è una grande gioia quella che mi rimane nel cuore dopo il fine settimana, unita alle parole del Papa durante la messa e alla fine della celebrazione. E il grande desiderio di esserci di nuovo, nel 2015 a Filadelfia, accompagnata, chi lo sa, dalla mia futura famiglia.

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