lunedì 11 giugno 2012

Evviva noi

Ci vediamo giovedì!

Parte oggi l'appuntamento con Gli Europei di Terrazza Tartini. Per ogni partita qualcuno di noi o dei nostri ospiti ci racconterà cosa gli passa per la testa durante i 90 minuti di sofferenza o gioia della propria squadra.
Ieri c’è stata la prima partita dell’Italia degli Europei 2012, e io ho riscoperto l'italianità che tanto mi mancavano quando ero all’estero.
Avevo seguito gli Europei del 2008 e i mondiali del 2010 a Bruxelles, tra il Fat Boy, De Valera’s e il mitico Cafè Belga, pieni zeppi ogni volta di tifosi di mille nazionalità e di entrambe le squadre.

Io a Milano, mi sono trovata con gli amici all’Afforese e subito ognuno ha preso la propria postazione. La coinquila a Bruxelles da Micheal Collins con il gruppo italiano, è arrivata con più di mezz'ora di ritardo per aver perso tempo alla mostra di Jeremy Deller e un video sui Depeche Mode (lei e il calcio sono proprio come cane e gatto).

A Bruxelles la visione degli eventi sportivi è un fenomeno collettivo di incontro di paesi e colori: le partite sono emozionanti e il nazionalismo diventa cento volte più forte che a guardare la tv a casa propria -pensate a cosa vuol dire eliminare la Francia ai quarti di finale ed esultare accanto a un pub pieno zeppo di Bleus.

Ma tutto il mondo è paese e quindi sei in Italia o in Belgio la scena è sempre quella. I ragazzi seduti in file più o meno ordinate, birra in mano, gli occhi incollati alla televisione, a imprecare contro Balotelli che si ferma troppo quando rimane davanti al portiere e a esultare al gol dell’Italia, subito seguito dal pareggio spagnolo.
Le ragazze in circolo attorno a un tavolo, birra in mano, gli occhi controllano contemporaneamente lo schermo, il cellulare, il marito/fidanzato che rischia di volare dalla sedia per la troppa foga e il bancone del bar (viva il multitasking femminile), a parlare di cibo o degli ultimi fatti degni di nota successi in compagnia nelle ultime settimane.
E come a ogni campionato di calcio che si rispetti, eccoci ritrovati. Allegri, caciaroni, umani, amici di tutti, conviviali, passionali, solidali, sorridenti, casinari. Ritorna tutto l'amore per la patria e si impara tutto l'inno di Italia per l'occasione. Mano sul cuore e via.
Sempre pronti a sbandierare al mondo tutti i nostri difetti, ma non durante quei giorni. "I miei ragazzi" , qualcuno dice, quasi come se gli parlasse tutte le sere prima di andare a letto per le ultime raccomandazioni: Mario-cane-sciolto-Balotelli, fregatene di tutti e continua a fare quello che ti passa per la testa, Prandelli continua a tenere De Rossi come centrale e non rischiare Di Natale dall’inizio visto che ha 35 anni e Guidolin non gli fa fare una partita ogni 3 giorni, e punta sui due centrocampisti Pirlo e Marchisio e rivedi un po' la posizione di Giaccherini, o fa l’ala d’attacco o fa il terzino, di Eto’o ne esiste uno e per un anno solo e Giaccherini con tutto il rispetto non lo è, ragazzi, tenete duro e giocate bene e vediamo di tirare fuori qualcosa di buono per quest'anno.

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