martedì 6 marzo 2012

Cara stampa ti scrivo


Sarebbe stato perfetto se non fosse stato gay non tanto se non fosse morto. 
La morte ci può stare, ma vivere da gay e cattolico è inaccettabile. 
Non lo è stato per la Chiesa quanto per la stampa in genere che con il garbo e il tatto che la contraddistingue ultimamente ha messo via gli occhialoni neri e i fazzoletti zuppi per iniziare a scavare nel torbido.
Essere gay cattolici è un piatto troppo succulento per poterlo lasciare a metà facendolo raffreddare e scivolare via. Si è partiti in sordina come se nessuno sapesse che gli piacevano gli uomini, manco avesse fatto nulla per nasconderlo, quasi fosse possibile eliminare quel leggero dettaglio così rumoroso soprattutto perché l’ultimo saluto veniva fatto in Chiesa e non altrove. 
Poi chissà cosa c’è di strano nel salutare un cristiano nella sua Casa. 
(Ah giusto era omosessuale).
La pressione è salita quando il suo AMORE è andato sull’altare per esternare il suo dolore e la sua compassione verso chi l’aveva reso felice durante il percorso fatto insieme. Era innamorato e gli innamorati soffrono quando si perdono. 
Nei telegiornali della sera l’imbarazzo era evidente: in RAI viene definito l’”amico intimo”, su MEDIASET “il più stretto collaboratore” più ardita RAITRE che lo definisce “compagno” anche per dare un tocco di sinistra all’evento.
Le agenzie iniziano ad impazzire con lanci continui e interviste esclusive con il parroco che ha celebrato la funzione ed i massimi esperti di diritto canonico per definire una volta per tutte come bisogna trattare nel momento della dipartita questi esseri umani che mostrano queste devianze nuove per il genere a cui appartengono e che sono cari e buoni, ma meglio che rimangano nel loro brodo sennò scoppia il caos e nel 2012 non ce lo possiamo permettere.
Dal giorno della morte al giorno del funerale la stampa ci ha fatto dimenticare le canzoni che ha scritto e le belle parole che ha lasciato. Ciò che conta ora è come ha fatto a vivere finora senza andare ad un gay-pride preferendo la chiesa.
Il colmo dei colmi in quanto l’Istituzione ecclesiastica non ha fatto storie, mentre la cosiddetta stampa democratica si è chiusa in questo tremendo interrogativo: è possibile essere froci e cattolici?
Noi rispondiamo in coro: L’IMPRESA ECCEZIONALE DATECI RETTA è ESSERE NORMALI.
Ciao Lucio.

PS

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