lunedì 23 aprile 2012

Ricordo di un'estate




Oggi riproponiamo un vecchio ricordo: due anni fa o ieri, Sicilia senza tempo.


Ci sono una comasca, una lecchese e una milanese che decidono di andare in vacanza in Sicilia. È cominciato tutto così e si è trasformata in una vera e propria avventura. Ma iniziamo dal principio e, vi scriviamo un po’ cosa hanno scoperto tre nordiche in terra siciliana. Tre ragazze simili e diverse nello stesso tempo, che approcciano la vita e le esperienze in modi e con occhi differenti. Barbara è per definizione un’entusiasta e grazie a lei abbiamo avuto l’idea di rendere la nostra vacanza partecipata. Lucilla è la più profonda: quando apre bocca incanta. Attraverso il suo amico Davide siamo riuscite a creare l’immagine che ci ha accompagnato per tutta la vacanza. Eleonora è la più razionale: quella che mette la sveglia alla mattina e ci mette la giusta concretezza. Siamo arrivate a Palermo il 10 agosto e ce ne siamo andate a malincuore da Catania il 20 dello stesso mese. L’obiettivo della vacanza era quello di girare la Sicilia in compagnia dei nostri amici e colleghi della Regione Lombardia, conoscerli nella Terra dove sono nati. Divertirsi insieme e scoprirsi più amici. Siamo state accolte a braccia aperte e siamo state trattate come delle regine. La sensazione è che le loro vite si siano fermate per dedicare tutto il tempo a noi. Ognuno, a suo modo, ci ha fatto conoscere la Sicilia attraverso i propri occhi. Chi più legato alla famiglia, chi agli amici, chi alla propria città. Ogni siciliano ci ha dimostrato fino in fondo la sua sicilianità. Per ringraziarli della loro ospitalità, abbiamo regalato a ognuno la nostra maglietta: Facce da Sicilia. Come se fosse un segno distintivo della nostra vacanza, una sorta di trofeo. Un modo di dire, siamo un gruppo. Tre facce, le nostre, che ognuno di loro ha indossato. Tutto è nato dall’idea di realizzare una vacanza partecipata. Abbiamo creato il gruppo Facce da Sicilia su Facebook in cui chiedevamo a chi era già stato in Sicilia e ai siciliani stessi di darci consigli su dove andare, cosa fare, dove dormire, cosa mangiare. Molti di loro ci hanno postato canzoni, stralci di film o di video, libri da leggere e dritte su strutture dove alloggiare. Siamo riuscite così a costruire un percorso. Una sera, scherzando con l’amico di Lucilla, si è deciso di fare un logo per il nostro viaggio, poi si è pensato di portare un regalo a tutti come per ringraziarli e così sono nate le magliette: in tutte le taglie e per tutti i gusti. Il nostro giro è partito da Palermo, abbiamo toccato Salemi e il Trapanese con Segesta e Erice, Cefalù e Messina. Siamo arrivate a Taormina e poi giù e giù fino a Capo Passero. Le emozioni che ci siamo portate a casa sono tantissime: il cibo, la gente, il mare, i luoghi, i proverbi e i sorrisi, tanti. Tutto resterà impresso nelle nostre menti. Palermo è passionale, si passa dal carretto che frigge al momento le panelle alla Cattedrale con il suo respiro spagnoleggiante. Salemi, prima capitale d’Italia, che cerca di rimettersi in piedi dopo le ferite del terremoto. Cefalù con il suo odore di bucato. Messina e la tradizione della Vara e dei Giganti che ci ha fatto riscoprire l’orgoglio della propria città natale. E poi la costa orientale. Si parte da Taormina e la sua Isolabella; come una conchiglia che contiene una perla, Taormina conserva il Teatro Antico. Ci sediamo sui gradini del Teatro per vedere il balletto, ma contempliamo il panorama con il mare e la luna che fanno da cornice. Siracusa, Noto, Modica, città barocche, ci incantano con la loro luce color miele e arriviamo fino a Capo Passero. Nelle nostre valigie (solo piccoli bagagli a mano chè siamo donne del nuovo Secolo) insieme ai vestiti stropicciati, riportiamo a casa qualche insegnamento. Abbiamo capito che per conoscere la Sicilia bisogna percorrere le strade secondarie, quelle statali; di giorno si vedono i campi coltivati e di sera non ci sono luci, il caldo scende e le stelle fanno da guida. Ora sappiamo che il fritto è quasi una religione. Che ogni colpo di clacson ha un significato. E che una giornata senza granita non è giornata. Un’estate così è difficile da dimenticare e persino da descrivere. Di certo, nel freddo inverno milanese riassaporeremo lo stupore di questo viaggio, la bellezza dei luoghi e il calore (e il colore) dell’amicizia. Semu ricchi e no sapemu.

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