martedì 12 febbraio 2013
I nonni quando accarezzano
Dopo un mese e mezzo da che è nata, finalmente domenica mio papà ha deciso di prendere in braccio la nipote Emma, il silurino che nel frattempo è cresciuto di oltre 5 centimetri e 900 grammi.
In vero la cosa non è stata così spontanea, ma l'altro nonno aveva fatto questo passo il giorno prima e ora non si poteva essere da meno.
Mio papà ha fatto l'idraulico e ha le mani enormi. Quando io e mia sorella eravamo piccole faceva i muscoli come braccio di ferro e noi due ci appendevamo come fosse un albero. Quando andavo all'asilo dicevo a tutti i miei compagni "guarda che mio papà può sollevare anche un camion!", se avessi saputo farlo avrei messo anche la mano al lato della bocca e mi sarei data anche un tono un po' tamarro nel dirlo.
Emma è cresciuta ma è ancora piccolissima. Sta imparando a controllare il corpo, gli occhi, le mani. Quando ti avvicini a lei e le parli e la chiami si emoziona tutta, sgrana gli occhi, drizza la schiena, alza la testa e spalanca la bocca: vuole a tutti i costi risponderti ma non ha ancora capito come si fa a far uscire dalla bocca suoni così meravigliosi e così respira forte e rimane senza fiato. Bellina lei, ha fatto il giro dei pediatri perché tutti gli ormoni del parto le hanno scombinato un po' la sua pelle di pesca, ma in brevissimo è ritornata ad essere la Emma paciocca di prima.
Stretta tra il braccio e la manona del nonno, che tanto ne basta solo una, Emma è stata tranquilla, anche sei poi ha voluto far sapere a tutti che era ora di scaldare il bibe con il latte.
Noi abbiamo riso tutti, e io ho pensato che il cuore degli uomini e delle donne è fatto allo stesso modo, e anche gli occhi, visto che si sciolgono in lacrime tutti allo stesso modo di fronte a delle belle crosticine puzzolenti di dermatite seborroica.
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