giovedì 21 novembre 2013

Due per uno


Questo post nasce da una serie di chiacchiere e di pensieri fatte nell'ultimo mese.

Prima del grande passo, io e il fidanzato abbiamo deciso di leggere un libro insieme: ogni sera qualche pagina. Sembra facile ma ritagliarsi mezz'ora per leggere insieme è una faticaccia. Ieri è stato il primo esperimento: abbiamo letto che le persone si concepiscono nella relazione con l'altro. Per questo quando si incontra per la prima volta "quello giusto" è come se ci si svegliasse da una sorta di torpore inconscio. Nel libro c'è scritto che solo stando nel rapporto di coppia impariamo chi siamo, il nostro destino, la nostra identità perché per stare insieme all'altro faccio fatica: mi ribello e combatto perché l'altra persona ha svelato tutti i miei segreti e così facendo mi fa scoprire come sono fatta veramente.

Da quando so che mi sposerò, mi chiedo spesso se l'uomo sia nato per la monogamia o no. Se la famiglia e la coppia non siano solo una costruzione sociale, se tutto non sia collegato all'evoluzione della specie, se "devi farlo perché ormai hai una certa età" e se quindi sia solo una perdita inutile di libertà.

Perché diciamocelo stare in due non è sempre svegliarsi con il sorriso, il sesso sfrenato, essere profumati tutte le ore e non è "vieni qui che ti do un abbraccio", ma sono anche pianti, silenzi, incomprensioni e fatica perché oggi mi sono svegliata con la luna storta. I compromessi, le scelte, il non poter uscire di casa e dire "oggi che faccio?"

E allora stare sole è bello? Forse sì, anzi delle volte è fantastico! Ma poi mi vengono in mente tutte quelle occasioni in cui mi sono sentita sola veramente. Quando la libertà tanto agognata non serve a niente perché non sai con chi viverla.

È bello stare sole, senza marito, senza compagno, senza fidanzato. Ma chi è capace consapevolmente di vivere una vita così? Senza condivisione, senza la partecipazione, senza un reale coinvolgimento e la concretezza del costruire qualcosa. Viverla senza sperare in un abbraccio, viverla senza sentirsi fuori tempo massimo.

È difficile in ogni caso, ti sposi per sempre e ci metti tutta la tua buona volontà a far si che le cose vadano in un certo modo, sai che la paura che provi altro non è che paura di fare fatica. Perché a noi far fatica non ci piace, ci si sporca le mani e l'anima. E si guarda sempre l'altro con un po' di invidia chiunque esso sia: single o mamma di cinque figli.

Io continuo a leggere e costruire pezzettini di me insieme a un altro che costruirà sè stesso. Noi sappiamo solo la meta, come si fa ad arrivarci lo impareremo, forse. Ma lo so che domani cambierò idea mille volte e che guarderò con invidia la mia amica che fa l'ennesimo viaggio senza rendere conto a nessuno. Ma anche lei come me si ritroverà nella situazione in cui vorrebbe essere me o mille altre senza trovare pace. Perchè in fondo pace non si trova mai, e invece che pensare bisognerebbe vivere.

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