venerdì 24 febbraio 2012

Pettegolezzo, mon amour



“…la nipote della figlia della nuora dell’amante del cugino del fratello, ma che bello sapere ogni dettaglio della vita di tutto il circondario!”

Inizia più o meno così lo spettacolo Le allegre comari di Windsor al Teatro Leonardo di Milano. Una rivisitazione dark di quello che ha scritto Shakespeare nel 1600 e che non si allontana di certo dalla nostra realtà.

Tutti noi, viviamo in condomini e palazzi in cui c’è sempre il guardone di turno. In Terrazza Tartini abbiamo il signore del palazzo di fronte che è sempre sul balcone e guarda chi arriva, chi viene e chi va. Lui sa tutto, se parcheggi bene, male o se vai o vieni e con chi… È sempre lì, dall’alto del suo secondo piano, anche quando ci sono -5 e piove.
Oppure, la vicina di casa del mio ragazzo tossisce ogni volta che apriamo o chiudiamo la porta. Appena sente un rumore, si mette dietro lo spioncino e dà un colpo di tosse.

Però diciamocelo, senza arrivare all’eccesso e senza spiare tutti i vicini di casa, che soddisfazione sedersi intorno ad un tavolo e parlare a turno di amiche, conoscenti, cugine di sorelle di cognati di zii lontani, che manco ci si ricorda il nome. Ma il nome non è importante, quello che interessa è la storia che si racconta, più o meno inventata. Sentita da amiche di amiche.
È come il gioco del filo del telefono, chissà cosa è successo veramente.

Le scene più belle accadono in ufficio, quando si formano i capannelli di persone che parlottano tra di loro. È come essere in un grande cortile dove si affacciano migliaia di case. Lui è stato con lei, l’altro aveva l’amante, queste due hanno litigato l’altro giorno. Ci si costruiscono sopra pranzi interi.

E poi sfatiamo un altro mito, tutti pensano che sia un’abitudine femminile, ma sappiamo che piace anche agli uomini: fateci caso, appena qualcuno inizia uno spiraglio di pettegolezzo, anche a loro luccicano gli occhi. E iniziano con le domande, “ma chi?”, “veramente?” “aspetta, fammi capire meglio”.

Ma la cosa più divertente succede quando la lista di storielle più o meno vere finisce e tutti si guardano con aria semi colpevole. Per togliere anche quel velo di indisposizione, ci si guarda tutti e si dice “alla fine, non stiamo parlando male di nessuno!” e con un mezzo sorriso si riprende a fare altro facendo finta di niente.

L'affar proprio non è proprio nella nostra indole. E Shakespeare lo sapeva bene.

2 commenti:

  1. uuuuhhhh ssiignnuurrr ma davverrooo !!!!! oooohh ma guarda che robaa !!! era così una brava persona !!!! nno nnoo nnoooo non si fanno quelle robe li !! ah ah ah

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  2. E' veramente bello spettegolare. Inoltre una volta ho letto che, da una ricerca presentata alla conferenza annuale della British Psychological Society tenutasi in Inghilterra, un po' di gossip fa bene alla salute e addirittura accresce il senso di autostima e abbassa il livello di stress che si accumula durante la giornata, specialmente se fatto nel modo giusto.
    Quindi ben venga il meraviglioso "gossip" !!!!!!!!!
    ernestina

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