venerdì 6 aprile 2012

Natale con i tuoi, Pasqua...pure


Giro giro tondo casca il mondo e io, pur gironzolando in lungo e in largo, ho sempre trascorso la Pasqua a Milano con la mia famiglia.
Tranne un anno in cui, pazza, decisi di rimanere nella fredda e innevata Bruxelles, orfana di tutti gli stagiaire, i dottorandi e i funzionari europei che avevano approfittato dei giorni di vacanza per tornare a casa.
La sera della vigilia la trascorsi nell’Eglise des Carmes, bella con le sue pareti bianche, il rosone blu, e i cappuccini con le loro larghe tuniche, sorridenti e panciuti come Fra Tac. C’era una ragazza coi capelli rossi che cantava dei bellissimi canti gregoriani guidando tutti i fedeli. Ed è stato come sempre.
Come quando il giovedì santo alla messa in coena domini senti cantare il Tristis est anima mea o come quando il venerdì santo ti prendi le secchiate di acqua durante la Via Crucis. O come quando durante la messa della vigilia e i battesimi di grandi e piccini, ti viene da ridere a vedere i chierichetti quanto se la godono a suonare sul “Cristo Signore è risorto” campanelli e campanacci che nemmeno alla Corrida si fa così tanto casino.
Quest’anno, pezzettini della mia famiglia e quasi famiglia sono sparsi tra Milano e Trieste. Mangiando la colomba, la domenica, mentre mio padre che si è ripreso alla grande dall’operazione al cuore smadonnerà dietro qualcuno di noi, sorriderò e penserò alla terza strofa della canzone di Gaber.

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