venerdì 13 aprile 2012

Non riesco a sentire ciò che dici



Avete mai provato a parlare in pubblico, guardare le persone le persone negli occhi e capire che non le state ammazzando di noia con quello che state dicendo? Che vi stanno seguendo e che, in realtà, sono anche interessate? È una sensazione fantastica, che forse i relatori italiani non sempre sono abituati a provare.

L’ultimo corso di formazione a cui ho partecipato è stato tenuto dalla bravissima Daniela Bregantin che ci ha iniziato all’arte del public speaking.

Ecco qualche pillola dei due giorni di riflessioni ed esercitazioni.
Datevi un obiettivo. Qual è lo scopo del vostro discorso? Informare, convincere o divertire? Scrivetelo per renderlo più chiaro e rendetelo più specifico e adattato al vostro argomento.

Fate attenzione al pubblico che avete davanti. L’età, il genere, le esperienze e le aspettative contano, e dovrebbero influire sulla scelta del tono, delle parole, delle espressioni e degli esempi che fate.

Utilizzate le vostre esperienze personali, meglio ancora se hanno a che fare con il vissuto dei partecipanti, li conquisterete come ha fatto Steve Jobs nel suo discorso all’università di Stanford.

Prendete cifre e fatti per rendere più chiara e autorevole la vostra esposizione, così come ha fatto Obama nel suo discorso dopo l’elezione.
Usate pause, ritmo, velocità, sillabazione, ironia, slogan, citazioni, numeri significativi.

Ma soprattutto: preparatevi bene, con largo anticipo. Raccogliete il materiale, organizzatelo e disorganizzatelo in mappe mentale, fate sedimentare tutto, riorganizzate i concetti. E preparatevi bene.
Eviterete così le figure di merda clamorose, come quella che ha fatto il povero Luca Luciani davanti a tutti i venditori TIM. Chapeau.

Nessun commento:

Posta un commento