mercoledì 6 giugno 2012

L'Europa siamo noi


Faccio colazione e capisco che l'Europa non è una questione di regole ridicole su quanto sono grandi le banane.
Che l'Europa è formata da ogni singolo governo che combatte per il proprio paese, trovando il miglior modo per soddisfare i cittadini.
Ho anche imparato che l'Europa è lo stare insieme mantenendo la propria cultura, gli interessi diversi e i bisogni diversi; ma tutto si tiene in equilibrio per essere più forti.
L'Europa è l'integrazione ed è la risposta comune alle differenza.
Bevo il caffè e ascolto che l'Europa sta sulle pagine di politica estera. Che chi dovrebbe lottare per il mio benessere non sa contrattare in inglese, e che peggio non ha un'idea ben precisa di quello che accade a Bruxelles.

Ancora un sorso è capisco che Europa è la causa di tutti  i mali, che invece di esserci una risposta comune alla crisi, c'è ne è una italiana, spagnola e una padana. Un insieme di stati che mentono ai propri elettori: chi ha potuto mangiare si è servito e ora cerca di pulire con il tovagliolo le macchie che ha sulla camicia. L'Europa è la causa di tutto e non è la risposta a niente.
L'euro ha aumentato i prezzi? Colpa di Bruxelles, e non degli amministratori che non hanno frenato i commercianti e i loro interessi. La crisi? Europa canaglia. Oppure i governi ci hanno mentito  facendoci credere che la crisi fosse da un'altra parte?
Sono confusa, l'Europa diventa un insieme di rappresentanti della nostra politica che quando sbarcano al Berlaymont non sanno dove stanno e non sanno neanche di cosa si sta parlando.
E quindi? Chiedo che la mia classe dirigente si prenda di coraggio e venga qui a negoziare il mio futuro sapendo di cosa si sta parlando qui e altrove.

Mitterand ha detto "il nazionalismo è guerra" e forse aveva ragione. O comunque non porta da nessuna porte, almeno non ora.

Pensieri riportati dopo una colazione con Marco Zatterin all'Exki di Place Luxembourg a Bruxelles.

6 commenti:

  1. Chiediamo tutti che il nostro futuro sia negoziato a BXL. L'Europa non é la causa del male, ma attualmente non é neanche la cura. Occore rifondare,redistribuire la ricchezza e partire da valori, diritti e doveri comuni europei, non dalla moneta unica o dal libero mercato. Abbiamo costruito l'arcata di un ponte, adesso fissiamo i piloni prima che crolli tutto.

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  2. La Commissione europea ha approvato oggi la proposta di direttiva che stabilisce un nuovo quadro normativo per fare fronte alla crisi degli istituti di credito. Lo ha detto il commissario Ue al Mercato interno...voglio vedere se hanno anche previsto qualche regola...

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    1. In ogni caso quello che mi sembrava giusto dire è che l'Europa non è un semplice baraccone come spesso pensiamo.

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  3. non lo é idealmente...spesso mi sembra lo sia realmente peró. questo bisogna dirlo

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  4. quello che ho notato io è che la percezione dell'Europa e della sua utilità varia molto a seconda del punto di vista. A bruxelles ero un'europeista entusiasta, quando mi sono allontanata ho perso un po' di interesse.
    penso che si dovrebbe lavorare di più sulla comunicazione e il coinvolgimento locale.

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  5. l'Europa, quella dei sognatori e dei presunti padri fondatori, quelli di tutti uniti e insieme, non esiste: esiste solo un insieme di interessi personali. Chi è entrato in Europa, in generale, lo ha fatto perché sapeva di poterne trarre profitto (vedi Germania), di aumentare la propria forza o per non rimanere fuori da un "club" che rappresentava più di una semplice bandiera con tante stelle. Chi è entrato in Europa, ci è entrato, per assurdo, anche per nazionalismo, perché sapeva che poteva migliorare il proprio paese. Chi adesso ne vuole uscire, lo fa per nazionalismo, perché in qualche modo pensa di migliorare il proprio paese. Chi negozia, chiede, tratta, alla fine lo fa perché? Perché deve, vuole, pensa a migliorare il proprio paese. E difficilmente potrebbe essere diversamente. L'Europa è solo un continente, un'entità geografica, tutto il resto è nazionalismo, per entrare, per uscire, per guadagnarci. Amaramente.

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