giovedì 28 giugno 2012

Non buttare quelle mutande

Questa volta non abbiamo commentato il dopo partita, troppe parole da parte di tutti: Pirlo, il cucchiaio, Carrol, sticazzi Carrol, il portiere uguale a Dawson di Dawson Creek, l'ansia dei rigori - che io volevo andare a casa e smettere di vedere la partita, ma Silvia mi diceva che non potevo andarmene dal pub - Balotelli, i goal mancati, abbiamo giocato meglio degli inglesi e quindi ce lo meritavamo, poo po po po po po poooooo, poo, po po po po po poooooooo.

Insomma chi ci sperava di arrivare fino alla semifinale, e ora che si va avanti anche a me piace un po' di più guardare le partite, peccato che io metterei il fast forward per almeno 60 minuti, giusto il tempo di bermi una birra nei 20 minuti necessari per gioire oppure per capire che me ne devo andare a casa.

Cominciano i preparativi, ognuno ha i suoi riti.

Ci sono quelli che vanno nel medesimo bar con le persone fisse "Prossima volta, stesso posto, stessa sedia" ha detto un amico alla fine della scorsa partita.
Mangiano le stesse cose ogni volta e guai a cambiare qualcosa. E come faccio ora che voglio invitare un'amica a vedere la partita con noi? No! L'amica sta a casa, mica vogliamo invertire le sorti e sfidare la cabala.
L'anno dei mondiali con i miei amici, avevamo cercato di fare una cosa del genere, eravamo a Roma in quei giorni e si andava sempre a trastevere in un pub piccolo che puzzava di muffa.

Ci sono quelli che Invece preferiscono stare a casa, da soli o con massimo due persone. Silenzio religioso o quasi, niente telefoni che squillano, niente chiacchiere superflue o domande non pertinenti. Tutti concentrati a supportare la squadra.

Un anno, non ricordo quali europei, ero a casa di amici, poche persone e quasi silenzio: all'ultimo rigore, squilla il telefono: era la sorella di un'amica che non riusciva a guardare la televisione senza chiamare. Tragedia!

C'è chi smadonna tutto il tempo, parlando al televisore, quasi sottovoce, senza scaldarsi troppo. C'è invece chi urla e commenta tutta la partita, minuto per minuto, quasi fosse il vero allenatore della squadra.
Quest'anno c'è qualcuno che ha deciso di invertire le regole e guardare la partita ogni volta con gente diversa e posto diverso.

C'è chi ha un menù tutto particolare per l'evento, chi beve una sola marca di birra e chi indossa sempre la stessa maglietta, oppure le stesse mutande, anche se vecchie e bucate e guai a chi osa buttarle via!

Un po' come quando si era bambini che si pensava "se non calpesto la riga bianca, Giovanni mi chiamerà" oppure "se non mangio i cioccolatini per una settimana avrò una bella pagella" . Succede così anche per le partite, che poi vai a vedere se funziona.. 
Intanto voi preparatevi alla partita, qualsiasi sia il vostro rito propiziatorio. 

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